Immense e da sempre catalizzatori di allegorie e simboli per la loro stessa maestà, le balene non smettono mai di accendere la fantasia dell’animo umano. E proprio perché così è sempre stato anche in Toscana, al Museo della Grafica di Pisa è stata inaugurata il 18 dicembre una mostra dedicata ai grandi cetacei e alle loro infinite declinazioni in ambito artistico e storico. L’occasione dell’esposizione è favorita dalla possibilità di esporre i preziosi documenti (conservati e concessi) della Fondazione Anna Maria Luisa de’ Medici, relativi al “Pesce smisurato” spiaggiato nei pressi di Populonia nel 1713, le cui ossa furono donate al granduca Cosimo III per essere collocate nell’atrio dell’Orto botanico di Pisa (dove sono ancor oggi conservate nella collezione di cetacei del Museo di Storia Naturale nella Certosa di Calci).
La mostra appena inaugurata propone un suggestivo itinerario visivo nel mondo dei cetacei, dalle antichissime memorie della “Valle delle balene” rinvenuta nel deserto occidentale del Fayum – con resti fossili risalenti a 40 milioni di anni fa –, ai percorsi della storia naturale della prima età moderna, fino ai più arditi scenari interpretativi che arrivano alle soglie della contemporaneità, è possibile ammirare un set eterogeneo di opere e reperti di notevole interesse. Si spazia dalle immagini di balene arenate sulle spiagge dei mari del nord e conservate nelle antiche raccolte del Giardino dei Semplici pisano, a quelle degli incisioni fiamminghi seicenteschi, alle tavole dedicate ai cetacei tratte dalla Histoire naturelle di Buffon, ai repertori sette-ottocenteschi, fino ad arrivare alle originali interpretazioni di alcuni artisti contemporanei. A questo si aggiunga la curiosa raccolta di denti di capodoglio su cui nel XIX secolo venivano incise storie di balene e baleniere, marinai e pirati, raccolte nei porti americani al rientro delle navi – con espliciti richiami al mondo evocato in Moby Dick.
Promossa e realizzata dal Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi in collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, alla mostra curata da Alessandro Tosi (aperta fino al 20 marzo 2016) sarà collegato un intenso programma di laboratori didattici, cui andranno ad aggiungersi conferenze, seminari e interventi performativi.