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L’economia della Toscana riparte: nel 2022 crescono Pil, export e occupazione

Secondo il Rapporto Irpet presentato oggi la regione ha retto i colpi della pandemia e della guerra in Ucraina: purtroppo è cresciuta anche l'inflazione e il caro energia, ma nel 2023 si punta sugli investimenti del Pnrr

Mar 10 Gennaio, 2023

Nel 2022 in Toscana sono cresciuti Pil, produzione industriale e anche occupazione, nonostante la difficile congiuntura internazionale dovuta prima alla pandemia e poi al caro energia causato dalla guerra in Ucraina. È questa la sintesi del Rapporto Irpet sull’economia toscana che è stato presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze e ha fotografato la situazione nello scorso anno e le prospettive per il 2023. Malgrado infatti la crescita dell’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie e messo in difficoltà anbche le imprese, l’economia ha retto e per l’anno appena iniziato potrà contare sulle opportunità del Pnrr, il Piano nazionale ripresa e resilienza, grazie a cui a fine 2022 si contavano già 4.326 progetti attivati per un totale di 4,95 miliardi di euro complessivi.

Le stime Irpet 2022 sul Pil indicano un +3,9% (+3,5% nazionale), un valore più basso rispetto alle attese elaborate prima dello scoppio della guerra in Ucraina ma comunque maggiore di quanto l’evoluzione delle vicende internazionali facesse immaginare a metà anno, grazie alla crescita dei consumi interni e degli investimenti fissi lordi.

“Il Rapporto – spiega il direttore di Irpet, Nicola Scicloneracconta come in questi anni il tessuto economico e sociale della Toscana abbia retto l’urto degli eventi avversi. Ma l’insicurezza economica e la vulnerabilità sono cresciute e per questo è così rilevante la svolta che può venire dal Pnrr. Già oggi, con le risorse finora assegnate, il Pnrr può valere 0,5 punti di Pil in media annua fino al 2026. Ma anche dopo che il Pnrr cesserà, se avremo usato bene le risorse, potremmo innalzare in modo permanente il nostro ritmo di crescita. Nell’arco di un decennio può significare un livello del Pil, nell’ultimo anno, di 5,7 punti più elevato. È un risultato non scontato, che dipende dalla nostra capacità di intercettare le risorse, auspicabilmente fino a 8 mld, di spenderle in tempi ragionevoli e farlo in parte per aumentare il benessere di oggi, e in parte per garantirne la sostenibilità domani. Se sapremo farlo, nel farlo, c’è tutta la differenza fra una prospettiva di sviluppo ed una di stagnazione”.

Nel 2022, sulla scia del rallentamento dell’economia internazionale, anche quella toscana ha frenato, soprattutto dopo l’estate. Con un andamento comunque positivo riguardo a produzione industriale, esportazioni e mercato del lavoro. La prima ha segnato un +3,4% nei primi 9 mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nello stesso periodo esportazioni a +7,3% con un’ulteriore accelerazione nel terzo trimestre; i livelli occupazionali hanno superato non solo quelli dell’anno prima ma anche quelli pre-pandemia: +4,6% nel periodo gennaio-ottobre e +6,5% rispetto al 2019. In particolare è aumentata la domanda di lavoro stabile: tra gennaio-ottobre le trasformazioni da lavoro a termine a lavoro stabile sono state 45mila, il valore più alto dal 2019.