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Economia circolare: la Regione firma il ‘Patto del tessile’ con il distretto pratese

I rifiuti tessili sono 50 mila tonnellate l’anno, con il patto 20-30 mila potranno essere riutilizzate. Nei piani della Regione la Toscana sarà carbon neutral entro il 2030

Favorire nel distretto tessile di Prato la formazione di filiere dalla lavorazione fino alla destinazione degli scarti e al reimpiego o, laddove questo non sia possibile, agli impianti di incenerimento o alle discariche. È questo l’obiettivo del ‘Patto per il Tessile’ che è stato siglato da Regione Toscana, Comune di Prato, Alia, Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana, Confartigianato Toscana e Astri (l’associazione del tessile riciclato). La Regione approverà inoltre nuove linee guida per l’applicazione del regime di sottoprodotto nell’industria tessile.

Alia, gestore dei servizi ambientali nell’area, presenterà la richiesta di modifica dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto al Ferrale, nel comune di Firenze, e richiederà l’autorizzazione al trattamento di rifiuti speciali caratteristici delle aziende del distretto. 

“Noi ci occupiamo – ha spiegato Rossi – del trattamento di 50mila tonnellate all’anno, quindi una dimensione nemmeno particolarmente grande rispetto a tutto ciò che già il settore tessile di Prato lavora nell’ottica dell’economia circolare“. Di questa parte di scarti, con il patto “ci siamo impegnati ad individuare quello che resta non riusabile, non riciclabile”, ha aggiunto. Secondo il governatore “lo smaltimento finale in una delle discariche della Toscana è possibile farlo; oppure, anche là dove ci sono prodotti particolari, portare questi prodotti anche all’incenerimento, perché alcuni prodotti devono essere inceneriti secondo la norma. Delle 50mila tonnellate credo che 20-30.000 potranno a loro volta essere riusate, l’altra parte invece bisogna che venga smaltita. Alia si presta ad allestire una piattaforma: sono già in corso i lavori di studi per poterla rendere efficiente”. Dunque, ha concluso Rossi, questo meccanismo “ci consente di togliere un pezzo importante di ciò che si considera rifiuto, e che invece è giusto che sia considerato materia seconda, da smaltimenti e trattamenti che in alcuni casi indagini della procura hanno fatto vedere anche non legittimi, legati a un sistema a volte palesemente criminale. Lo si toglie da smaltimenti inappropriati, e ci allineiamo in direzione dell’economia circolare”.

“La scommessa è di fare dell’Europa, e dentro l’Europa per ciò che ci riguarda l’Italia, e dentro l’Italia, la Toscana, economie che primeggiano in questo senso”, ovvero l’economia circolare. Ha continuato Enrico Rossi. “Questo documento che adesso firmiamo – ha aggiunto Rossi – ribadisce la grande competitività internazionale, non solo europea, di due grandi comparti produttivi della Toscana, dentro questa logica che è la logica del futuro: riusare, riciclare, in modo da evitare quanto più possibile l’impatto, consumare meno Co2, chiudere le filiere produttive, utilizzare ciò che può essere considerato materia seconda”. Per il governatore, “certificare in questo senso la produzione della Toscana significa anche renderla anche più competitiva. Presto tutti, prima o poi, si dovranno adeguare a queste modalità e noi mi pare che siamo all’avanguardia, non abbiamo molto da invidiare ad altri”.

“Noi siamo pronti a presentare un piano e azioni per la Toscana ‘carbon neutral 2030’. E’ uno studio fatto con l’apporto di personalità anche del mondo scientifico importantissime, è basato, non è un libro dei sogni, e questo è un altro lascito importante su cui si potrà discutere e si potrà lavorare”. Ha concluso il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. “Questo – ha aggiunto – colloca la Toscana, al di là di tanti discorsi che si leggono in questo periodo, in Italia ma anche in Europa, a livello delle migliori regioni europee” che “a cominciare da quelle della Finlandia e della Danimarca hanno progetti che sono previsti anche nel piano Toscana ‘carbon neutral 2030′”.

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