Una platea che supera i 200mila spettatori e continua a crescere e quasi duecento palcoscenici distribuiti in tutte e dieci le province della Toscana. È il grande teatro diffuso della Toscana, una rete culturale capillare che ogni anno porta nei territori il meglio delle produzioni nazionali, tra grandi interpreti, nuove drammaturgie e riletture dei classici, in un dialogo costante fra tradizione e contemporaneità.
Le stagioni teatrali 2025/2026 dei teatri della Toscana, insieme ai progetti formativi e sociali all’insegna dell’inclusione e della diversità, sono state presentate questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione Toscana.
Manetti: “La cultura è diffusa”
“Dopo la Toscana diffusa, possiamo dire che anche la cultura è diffusa – ha dichiarato l’assessora alla cultura della Toscana Cristina Manetti – il circuito di Fondazione Toscana Spettacolo è una rete teatrale radicata nei comuni, nei piccoli e medi teatri dei borghi e delle città di tutta la regione. Un vero fiore all’occhiello, che non solo porta la cultura anche fuori dai grandi centri tradizionalmente deputati allo spettacolo, ma forma il pubblico, coinvolge i giovani e rafforza le comunità. Nella scorsa stagione sono state raggiunte oltre 200mila persone: spettatori che si fidelizzano e crescono insieme al teatro, perché la cultura è la chiave fondamentale per la crescita e la formazione delle nostre comunità”.
I dati confermano un andamento positivo: anche per il 2025 Fondazione Toscana Spettacolo stima un incremento degli spettatori, già evidente dall’aumento degli abbonamenti nelle diverse piazze del Circuito. Un risultato coerente con la missione istituzionale della Fondazione, istituita dalla Regione Toscana il 31 luglio 1989, che da oltre trent’anni collabora con i Comuni per portare il teatro in ogni luogo, grande o piccolo, raggiungendo un pubblico sempre più plurale e inclusivo, nella convinzione che non esista teatro senza diversità.
318 spettacoli in programma nel 2025/26
Per la stagione 2025/2026 sono già programmati 318 spettacoli, per un totale di 662 recite da ottobre 2025 a maggio 2026: 437 di prosa, 55 di danza, 22 di musica, 33 di circo contemporaneo e 115 spettacoli dedicati a ragazze e ragazzi. Il cartellone coinvolge 190 compagnie, di cui 78 toscane, impegnate in 249 repliche, valorizzando tutte le discipline dello spettacolo dal vivo. Parallelamente sono già in fase di progettazione le attività estive.
“Il valore del lavoro svolto sul territorio da FTS è confermato dall’adesione ogni anno di nuovi comuni – ha affermato la presidente di Fondazione Toscana Spettacolo Onlus Cristina Scaletti – che consentono di portare tutte le discipline dello spettacolo dal vivo anche in piccole comunità, e garantire così a tutti lo stesso diritto alla cultura. In questo senso lavoriamo a una proposta culturale inclusiva, capace di portare in ogni teatro il senso della comunità e della condivisione. Attraverso il teatro cerchiamo di far parte del tessuto sociale, diventare fondamentali alleati delle Amministrazioni comunali e delle scuole. Proprio le scuole saranno la nostra prossima straordinaria ed entusiasmante sfida, perché FTS è il soggetto chiamato a dare attuazione alla legge regionale che riconosce il teatro come parte integrante del percorso educativo nelle scuole”.
La Fondazione Toscana Spettacolo continua ad ampliare la propria rete: sono oggi circa 70 i Comuni aderenti al Circuito, con nuovi ingressi per la stagione 2025/2026 tra cui Viareggio, Ortignano Raggiolo, San Vincenzo e Sinalunga.
Accanto alla programmazione artistica prosegue l’impegno sul fronte sociale ed educativo: dall’Affido culturale ad Arezzo alla partecipazione a progetti europei come Sparse Plus Festival per le aree rurali, fino alla collaborazione con Indire per la formazione degli insegnanti e l’ingresso strutturato del teatro nelle scuole.
Anche nella stagione 2025/2026 il teatro uscirà dai luoghi tradizionali per incontrare il pubblico in scuole, musei, biblioteche e spazi non convenzionali: piazze, ville, parchi, giardini e persino spiagge, confermando una visione di cultura aperta, accessibile e profondamente radicata nei territori.