Scadono i termini entro i quali lo Stato poteva esercitare il diritto di prelazione e la famiglia Moretti diventa ufficialmente proprietaria: un nuovo inizio per il Castello di Sammezzano che al tramonto del 16 luglio si illimina con il tricolore per festeggiare il nuovo inizio.
La società SMZ S.r.l. è la nuova proprietà della tenuta nel comune di Reggello, controllata dalla famiglia fiorentina Moretti e guidata da Ginevra giovane imprenditrice figlia del mecenate culturale Giorgio, tra l’altro fondatore degli “Angeli del bello”. Un passaggio tanto atteso, importante: “Dopo anni di buio e oscurità, finalmente la luce”, si legge sui profili social di “Save Sammezzano”, l’associazione che si batte affinché questo gioiello architettonico, capolavoro orientalista unico nel suo genere, non venga distrutto dal degrado e dall’incuria.
La storia del Castello
Il Castello di Sammezzano, con un parco di quasi 200 ettari, è stato edificato agli inizi del Seicento e poi ristrutturato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Tanti i progetti che lo hanno interessato negli anni, anche un un resort, arenati tutti per problemi economici portando al susseguirsi di aste giudiziarie. L’ultima proprietà, la Sammezzano Castle srl, era finita in concordato preventivo, aprendo la strada a una nuova asta e all’acquisizione da parte della famiglia Moretti.

Il Castello, nel 2017, è risultato tra l’altro il luogo del cuore più votato per il Fai, il Fondo per l’Ambiente italiano, ricevendo oltre 50.000 preferenze.
Tra le priorità della famiglia Moretti ci sono il restauro del castello e quello del parco secolare. Il costo iniziale dell’operazione sarebbe di circa 18 milioni di euro, secondo quanto riferito dal comitato Save Sammezzano, ma l’investimento complessivo potrebbe essere di 80 milioni.
Secondo le informazioni raccolte dall’associazione, “in cima alla lista delle priorità c’è naturalmente il restauro del Castello, con particolare attenzione al piano nobile, celebre per le sue sale ispirate all’arte moresca, ricche di stucchi, colori vivaci, motivi geometrici e simbolismi orientali”
Altra posso fondamentale per la rinascita sarebbe anche l’abbattimento “della struttura in cemento armato di circa 9.000 metri quadrati costruita negli anni ’70 per fini ricettivi, poi abbandonata e mai entrata in funzione”. Una volta conclusi i lavori di restauro, “Sammezzano sarà trasformato in un polo multifunzionale di altissimo livello, capace di unire la valorizzazione culturale con l’eccellenza nell’ospitalità”. Il castello diventerà infatti “il fulcro di una serie di servizi che comprenderanno: accoglienza alberghiera di lusso, come già avveniva tra gli anni ‘70 e ’90”, poi eventi privati e attività culturali.
Sempre secondo Save Sammezzano, “il piano di recupero prevede che il Castello sia pronto ad accogliere i primi visitatori già entro i prossimi due anni“.