Venerdì 3 ottobre 2025 nella cornice di Sala Vanni la rassegna “A Jazz Supreme” a cura di Musicus Concentus accoglie Camilla Battaglia con il progetto ELEkTRA, acclamato come miglior album dell’anno da Soundwall.
La giovane cantante e compositrice, milanese classe 1990, ha costruito un percorso originale tra filosofia, improvvisazione e sperimentazione, fino a diventare una delle voci più riconoscibili del nuovo jazz europeo.
La sua suite ELEkTRA si articola in cinque movimenti dedicati a figure femminili archetipiche della mitologia, della storia e della letteratura.
Al suo fianco un ensemble dal forte impatto timbrico, capace di muoversi tra acustico ed elettronico: Simone Graziano (pianoforte, synth), Francesco Fiorenzani (chitarra), Stefano Dalla Porta (contrabbasso) e Francesca Remigi (batteria).
La serata si apre con Bilico, duo del trombettista Jacopo Fagioli e del pianista Nico Tangherlini, giovane promessa del panorama nazionale.
Ecco la nostra intervista a Camilla Battaglia
Ciao Camilla, com’è nata l’idea della suite ELEkTRA?
Tutto è nato mentre stavo finendo il mio Master a Copenaghen, nell’ambiente in cui stavo studiando si parlava molto della posizione del femminile nell’ambiente musicale ma anche in senso più ampio, in generale nella società. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto provare a creare una band diversificata a livello timbrico con tanti strumenti, sia a livello acustico che elettronico, per raccontare le diverse prospettive e punti di vista su questo argomento così importante per me.
L’idea generale del progetto era proprio chiedersi: siamo andati avanti? Quanto siamo andati avanti? Che cosa effettivamente è cambiato considerato tutto il tempo che è passato?
Hai scelto cinque archetipi femminili, raccontaceli
Ho scelto di parlare di Cassandra, la sacerdotessa che poteva vedere il futuro ma a cui nessuno credeva a causa di una maledizione di Apollo, poi Elettra nella versione sofoclea, un personaggio molto attivo in una società in cui le donne avevano pochissimo spazio decisionale, rappresentata con una grande forza e un grande senso di volontà.
Poi ho scelto Frine, per il brano Can you see me?, un’etera dell’antica Grecia rappresentatata in un famoso dipinto preraffaellita. Lei era molto ricca e veniva accusata di hubrys cioè tracotanza nei confronti degli Dei. Venne portata in tribunale e il suo avvocato per difenderla la spogliò di tutti i sui vestiti, perché l’argomento della difesa era che lei era troppo bella e sarebbe stato uno spreco metterla in prigione.
Dead Butterfly è un pezzo dedicato a Molly Bloom la moderna Penelope nell’Ulisse di Joyce, la donna che aspetta l’uomo che gira il mondo, l’eroe che si allontana da casa. Infine Aspasia un’altra etera molto importante, di cui non si parla nei libri di storia, che era molto vicina all’aristocrazia e gli intellettuali dell’antica Grecia, addirittura si dice che partecipasse a decisioni legate a conflitti e questioni geopolitiche dell’epoca. Sono figure oscure, che hanno fatto parte della storia, ma che noi non conosciamo.
C’è una domanda di fondo che attraversa tutto il lavoro: che cosa è cambiato adesso?
Sono partita da figure così lontane nel tempo per chiedermi quanti aspetti di queste problematiche ancora oggi esistano nella società contemporanea. L’idea generale del progetto era proprio chiedersi: siamo andati avanti? Quanto siamo andati avanti? Che cosa effettivamente è cambiato considerato tutto il tempo che è passato? Volevo lasciare un punto interrogativo.