Cultura come bene comune, diffuso e quotidiano, cultura “Per tutti, dappertutto”. È questo il concept della candidatura di Colle di Val d’Elsa a Capitale italiana della Cultura 2028.
Il dossier, con la direzione artistica di Giordano Bruno Guerri, è stato ufficialmente presentato alla città dal sindaco e dagli assessori alla Cultura e al Turismo, nel corso di un evento pubblico al Teatro del Popolo.
Il confronto con i cittadini
I progetti sono partiti da un confronto partecipato con i cittadini per restituire l’immagine di una cultura, si spiega in una nota, che diventa esperienza universale, accessibile e inclusiva, capace di intrecciarsi con la vita delle comunità e di generare valore sociale, economico e civile.
“È un’opportunità assolutamente da non perdere perché il titolo di Capitale italiana della cultura serve sì a far crescere la cultura in termini di settore – ha detto Giordano Bruno Guerri – ma serve anche a rivelare luoghi e a generare ricchezza perché si attraggono investimenti, si crea indotto, lavoro e la città cambia in termini di sviluppo turistico. È una sfida difficile, ma Colle sta lavorando molto bene, è partita per tempo e sta operando con determinazione, sagacia e anche con fantasia che è un elemento preziosissimo”.
Il dossier di candidatura
Tre le direttrici strategiche che sintetizzano il dossier: accogliere, rigenerare e connettere.
La città si propone come laboratorio e modello per molte realtà italiane di medie e piccole dimensioni. La candidatura intende infatti essere il motore di un nuovo welfare culturale capace di generare benessere diffuso e connessioni con il mondo delle imprese. L’obiettivo e riconoscere alla cultura un ruolo concreto nella qualità della vita: dalla salute all’inclusione, dall’educazione alla coesione sociale.
Il progetto coinvolege i luoghi più frequentati e popolari: piazze, parchi, scuole, i quartieri, lungo il fiume Elsa e negli spazi rigenerati come l’Agorà della cultura.