Domenica 21 settembre a Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo si è tenuta la cerimonia finale del Premio Pieve Saverio Tutino 2025.
L’Archivio di Santo Stefano ogni anno riceve centinaia di diari, epistolari e memorie di privati cittadini che decidono di consegnare a questa importante istituzione le loro parole.
Tra tutti questi la Commissione di lettura ne sceglie otto e tra questi otto ogni anno ne viene premiato uno che sarà pubblicato.
I vincitori del Premio Pieve Saverio Tutino 2025 sono ex equo gli epistolari di Vittorio Binotto-Bernardina Casarin, ed Eduardo Renato Caianiello-Carla Persico.
I premiati si dividono il riconoscimento con due opere diverse ma accomunate da una straordinaria profondità di sguardo e capacità narrativa. Entrambi i lavori si sono distinti per forza emotiva, precisione del dettaglio e capacità di restituire, attraverso il diario, una visione personale e al tempo stesso universale dell’esperienza vissuta. Inoltre entrambe le raccolte epistolari appaiono notevoli per la durata e la densità dello scambio.
Vittorio Binotto, a un mese dal matrimonio con Bernardina Casarin, viene chiamato a combattere nella Seconda guerra mondiale nella Divisione Iulia. Lui viene spedito in Albania mentre lei resta al paese, in Veneto, a fare da balia a un bambino a cui si affeziona come se fosse il suo.
Nonostante la povertà dei mezzi linguistici a disposizione, i due riescono a dirsi a distanza l’intensità dei loro sentimenti d’amore con un’estrema vivezza. L’effetto che tutto questo comunica è struggente, e diventa straziante seguendo il tragico percorso del giovane, stritolato dalla catena delle guerre fasciste fino all’epilogo del fronte russo, in cui la sua voce, già flebile, si spegne. Colpisce anche l’attenzione di Vittorio nei confronti di ogni aspetto della vita della moglie, dai suoi sentimenti ai bisogni materiali, fino al parlare esplicitamente del desiderio sessuale di entrambi.
L’epistolario di Caianiello-Persico ha la lingua colta ed elegante di due laureati napoletani. Lui, giovane fisico, nel 1948 vince una borsa di studio di tre mesi al Mit di Boston. Parte da solo per gli Stati Uniti dove incontra il professor Robert Marshak, già collaboratore di Oppenheimer, che lo invita a rimanere per conseguire un PhD in fisica nucleare all’Università di Rochester, New York. Lei, invece, resta a Napoli con la piccola figlia Dora a preparare l’appartamento in cui vorrebbe vivere.
Nelle schermaglie in cui ognuno dei due cerca di convincere l’altro a raggiungerlo, sostenute da una profonda passione amorosa e dalla consapevolezza di lui di avere un grande destino da intellettuale nella fisica teorica, leggiamo la vivacità e l’apertura della vita accademica e culturale americana confrontata con la staticità e la chiusura dell’ambiente scientifico italiano.

Il Premio Città del Diario allo scrittore Antonio Scurati
È lo scrittore Antonio Scurati autore del best seller “M Il figlio del secolo”, (già vincitore del Premio Strega nel 2019), il vincitore del Premio Città del Diario 2025 di Pieve Santo Stefano, assegnato per la potenza narrativa, la lucidità dello sguardo della sua monumentale opera che approfondisce la figura di Benito Mussolini.
“Quando sono arrivato a Pieve Santo Stefano e ho visitato il Piccolo Museo del Diario ho sentito essere tornato a casa perché io lavoro sulle memorie degli storici ma anche di persone comuni. – ha dichiarato – Non accetto volentieri premi ma questa volta lo faccio con molto entusiasmo perché l’Archivio qui celebra la memoria”, ha detto Scurati commentando l’assegnazione del riconoscimento. “Io posso non piacervi ma la memoria quella no.”
“Oggi più di quando cominciai questo racconto, un numero consistente e crescente di italiani, europei, americani tende a disconoscere, a negare, persino a rimpiangere questa terribile storia. Si preparano così a ripeterla in nuove forme. Oggi più che mai, perciò, diviene necessario continuare a raccontarla. Assumersene la responsabilità. Di fronte al passato, al presente e, soprattutto, al futuro”.

Menzione speciale ai diari di Arnaldo Manni, Debora Pietranelli e Tito Zampa
La giuria ha deciso, inoltre, di assegnare una menzione speciale ai tre manoscritti di Arnaldo Manni, Debora Pietrarelli e Tito Zampa.
Gli scritti di Manni e Zampa sono entrambi diari della Seconda guerra mondiale combattuta nel Dodecaneso. Il primo ha una consapevolezza molto forte della situazione e permette di leggere gli avvenimenti post 8 settembre da una prospettiva periferica ma illuminante.
Il secondo racconta dell’amore per la giovane Katina e di una rocambolesca fuga dall’isola di Kos quasi come fosse un romanzo d’avventura.
La memoria di Debora Pietrarelli, nata nel 1973, ripercorre i lutti per i due genitori che hanno un impatto tanto traumatico da portarla verso la psicosi e la vita per strada, fino al recupero in una comunità e al ritorno di uno slancio vitale.
Il Premio Pieve Saverio Tutino 2025 è organizzato dall’Archivio Diaristico Nazionale con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Pieve Santo Stefano, Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di Saverio Tutino, Consiglio Regionale della Toscana, Banca di Anghiari e Stia, Camera di Commercio di Arezzo e Siena, Fondazione CR Firenze, L.A. Sistemi, TCA SpA, Società Riolo, e tanti altri partner e amici dell’Archivio.
