Il ritorno della memoria, maestra di vita capace di guardare al passato come bussola per il futuro è il tema della 41esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, la manifestazione che dal 18 al 21 settembre nel borgo aretino di Pieve Santo Stefano metterà al centro le testimonianze autobiografiche raccolte nell’Archivio Diaristico, che dal 1984 ad oggi conserva oltre 10mila storie di persone comuni.
Premiati Scurati e la giornalista Rita Baroud
Tornano anche per questa edizione i riconoscimenti alle personalità del panorama culturale che più si distinguono per il loro lavoro sulla memoria. Il Premio Città del diario sarà assegnato allo scrittore Antonio Scurati, l’autore del romanzo monumentale “M”, che ha raccolto una mole impressionante di documenti per raccontare la storia di Benito Mussolini, dalla conquista del potere fino alla morte, mentre il Tutino Giornalista, intitolato al fondatore dell’Archivio Diaristico, alla giornalista palestinese Rita Baroud, tra le pochi voci che hanno raccontato in prima persona la fame e la distruzione di Gaza.
Gli otti diari finalisti
Sono otto i diari finalisti del Premio Pieve: l’opera giudicata vincitrice dalla giuria nazionale sarà annunciata nella manifestazione conclusiva del 21 settembre “Memorie in piazza”, condotta da Guido Barbieri e Monica D’Onofrio, con letture di Mario Perrotta e Paola Roscioli, musiche dal vivo di Mario Arcari e Silvia Costanzo.
Il primo, in ordine cronologico, dei testi in concorso è una memoria del soldato Ricciardo Vaghetti da un fronte della Grande guerra. Il dolore per la lontananza e l’incertezza del futuro dei primi anni Quaranta affiorano nell’epistolario di Bernardina Casarin e Vittorio Binotto, alpino della Divisione Julia, così come nel diario del tenente del Genio Arnaldo Manni dal fronte della colonia italiana di Rodi e nella memoria del soldato Tito Zampa in fuga dall’isola di Kos, nel Mar Egeo, dopo l’armistizio.
Nel dopoguerra si respira ancora la paura di nuovi conflitti nella corrispondenza dello scienziato Eduardo Renato Caianiello con sua moglie Carla Persico, tra Napoli e Stati Uniti, mentre le memorie di Francesca Ingoglia sono incentrate sull’ambizione a una vita più agiata, sempre negli Stati Uniti del dopoguerra.
Dallo Zaire degli anni Novanta partono le lettere di Chiara Castellani, medico e missionaria laica, con i suoi amici, colleghi, familiari, mentre tra Roma e Venezia nelle tre decadi a cavallo del Duemila Debora Pietrarelli cerca di ricomporre in una memoria intensa le diverse fasi della sua vita e delle sue relazioni familiari.
Gli eventi del Premio Pieve
Durante i quattro giorni del Premio Pieve saranno protagonisti anche i diari che sono diventati libri, come “Quando saremo di nuovo uomini. Storia della faccenda” (il Mulino 2025), la testimonianza di Ettore Piccinini dai campi di detenzione tedeschi, menzione d’onore al Premio Pieve 2023. E ancora “Cominciammo così la nostra vita. Storia di una donna libera nella Milano del dopoguerra”, pubblicato quest’anno da Terre di mezzo, di Albertina Castellazzi, vincitrice del Premio Pieve 2024.
Diversi i racconti e progetti in calendario, tra cui il percorso in divenire “I muri parlano”, ideato da Diego Della Ragione, che permette l’accesso a contenuti audio e video legati alla memoria di Pieve Santo Stefano e dei suoi abitanti attraverso un QRcode installato sulle mattonelle.
“DIMMI di storie migranti”, progetto cardine dell’Archivio dei diari, avrà diversi appuntamenti. Il primo accoglierà i finalisti del decimo concorso DiMMi, mentre l’artista e scrittore Mamadou Diakité sarà protagonista della seconda serata a teatro con !Racconto personale” tratto dall’antologia “Il confine tra noi”.
Da non perdere anche gli spettacoli teatrali “Corpo eretico. Dialogo in tempo presente con Pier Paolo Pasolini” di Marco Baliani e “Nel blu. Avere tra le braccia tanta felicità” di Mario Perrotta, su musica di Domenico Modugno, una melodia che alla vigilia del boom economicorende l’intero occidente felice di esistere.
Infine le esposizioni daranno un volto anche in questa edizione alle pagine più belle arrivate a Pieve Santo Stefano ne “Il tesoro dell’Archivio” a cura di Cristina Cangi, e alle pagine migranti in “Disegnami”.