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In Toscana dal 2026 il Reddito di Reinserimento: 500 euro al mese per chi ha perso il lavoro

Il provvedimento è destinato ai residenti in Toscana con Isee inferiore a 15.000 euro, che hanno già avuto esperienze lavorative ma non percepiscono più sussidi come Naspi o Dis-Coll, oppure che pur avendo versato contributi non hanno maturato i requisiti per ottenere l’indennità di disoccupazione

Giani e Lenzi

La Regione Toscana lancia il Reddito regionale di reinserimento lavorativo, una misura sperimentale che sarà operativa da gennaio 2026 e che punta a sostenere i disoccupati nella fase di transizione verso una nuova occupazione.

Il presidente Eugenio Giani e il neo assessore al lavoro Alberto Lenzi l’hanno presentata a Palazzo Strozzi Sacrati definendola “una misura di politica attiva e inclusione sociale che sostiene il reddito dei lavoratori disoccupati favorendo il passaggio da un posto di lavoro che non c’è più a una nuova e buona occupazione”.

Il provvedimento è destinato ai residenti in Toscana con Isee inferiore a 15.000 euro, che hanno già avuto esperienze lavorative ma non percepiscono più sussidi come Naspi o Dis-Coll, oppure che pur avendo versato contributi non hanno maturato i requisiti per ottenere l’indennità di disoccupazione.

Il Reddito prevede un assegno mensile di 500 euro per un massimo di nove mesi, subordinato a un meccanismo stringente di condizionalità: i beneficiari dovranno impegnarsi nella ricerca attiva di lavoro, partecipare ai percorsi di politica attiva predisposti dai Centri per l’impiego e sottoscrivere un Patto di servizio personalizzato che definisce obiettivi, risultati attesi e tempi di realizzazione.

La misura è finanziata con circa 23 milioni di euro stanziati nell’annualità 2026 del bilancio regionale 2025-2027. La gestione operativa è affidata ad Arti, l’Agenzia regionale Toscana per l’impiego, incaricata di garantire l’omogeneità applicativa, curare l’istruttoria delle domande, erogare gli assegni, coordinarsi con i servizi sociali territoriali e rendicontare l’utilizzo delle risorse. Secondo le stime di Irpet, il Reddito potrebbe raggiungere una platea di oltre 11.000 persone.

Nel corso della presentazione, il presidente Giani ha sottolineato come il nuovo strumento rappresenti un tassello importante nella costruzione di “un moderno welfare italiano”, precisando: “Stiamo parlando non solo di un sostegno economico minimo per il periodo di ricerca di una nuova occupazione, che non ha nulla a che fare con l’assistenzialismo, ma di uno strumento che favorisce percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro per reinserire persone in condizioni di particolare vulnerabilità sociale ed economica”. Il presidente ha inoltre assicurato un monitoraggio costante: “Grazie ai report periodici del Settore Lavoro, ogni tre mesi osserveremo l’andamento della misura e valuteremo eventuali cambiamenti o aggiustamenti”.

L’assessore Lenzi ha posto l’accento sulle trasformazioni del mercato del lavoro:Dentro un quadro che mescola crisi e cambiamenti, proviamo a dare una risposta alla sfida di un mercato in cui le persone possono ritrovarsi a dover attraversare diverse posizioni lavorative durante la propria carriera”. Da qui la necessità, ribadisce, di “offrire a chi perde il lavoro una protezione e, allo stesso tempo, la possibilità di aggiornare ed evolvere le proprie competenze per rafforzare la propria occupabilità”. Lenzi definisce il Reddito “un sussidio di secondo livello, in linea con le migliori pratiche europee già adottate in Francia, Austria, Svezia, Finlandia, Grecia e Portogallo”, ringraziando infine la Direzione Lavoro per “l’impegno profuso nella costruzione del nuovo strumento”.

Il Reddito regionale di reinserimento non sarà cumulabile con altre misure nazionali, come l’assegno di inclusione.

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