Una rassegna diffusa che intreccia danza, relazioni e innovazione sociale: è Komorebi, progetto di Stazione Utopia per Autunno Fiorentino 2025 del Comune di Firenze, in corso fino al 29 novembre.
Il programma anima luoghi tradizionali e inconsueti — dalle ville medicee ai giardini, dai centri sociali al carcere di Sollicciano — con spettacoli, laboratori e visite speciali che rendono la danza un linguaggio di partecipazione e accessibilità.
L’iniziativa si articola in tre percorsi: danza sociale, dedicata alle nuove generazioni di coreografi e alla comunità che si incontra nei corpi e negli spazi; laboratori di comunità, esperienze di movimento inclusivo rivolte a cittadine e cittadini; patrimonio culturale e comunità, visite e performance che riscoprono la città come spazio di relazione.
Nel calendario di Danza sociale (11–23 novembre) spiccano Superstella di Vittorio Pagani al PARC, Next Please! (Beta version) di Jennifer Lavinia Rosati al Rari Bistrò, e Visioni del corpo. Maurizio Cattelan del Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto.
Seguono Paso Doble di Camilla Guarino e Giulia Campolmi al Teatro Cantiere Florida e la serata Strange Little Girls al Combo Social Club con lavori di Francesca Santamaria, Midori Watanabe e Nanouk.
Il nome KOMOREBI, in giapponese indica la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi. È un’immagine che parla di un modo di vedere: evoca la luce che non abbaglia, ma rivela
I Laboratori di comunità hanno coinvolto la RSA Il Gignoro con Spicchio. Ritmo, danza, inclusione di Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini, e la sezione femminile del Carcere di Sollicciano con Corpo, percezione e apprendimento a cura di Luisa Cortesi.
Il percorso Patrimonio culturale e comunità si svolge tra la Villa medicea La Petraia e la Villa di Castello, con visite sensoriali e percorsi storici che culminano il 29 novembre con il suggestivo Ballo Lorenese, rievocazione ottocentesca curata dalla Società di danza Firenze.
Saverio Cona presidente e direttore artistico di Stazione Utopia ha dichiarato: “Il nome KOMOREBI, in giapponese indica la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi. È un’immagine che ci accompagna da tempo, perché parla di un modo di vedere: evoca la luce che non abbaglia, ma rivela. È la luce che attraversa, che passa tra le cose e le persone, e che restituisce attenzione ai gesti quotidiani, alle presenze silenziose, alle relazioni che abitano i luoghi. La danza, in questo contesto, non si limita alla performance, è un gesto di ascolto. È il corpo che si fa antenna sensibile, che accoglie e restituisce. È linguaggio, ma anche forma di cura. Attraverso Komorebi abbiamo cercato di riportare la danza dove è nata, fuori dai teatri e nei luoghi dove può incontrare davvero la vita: ville medicee, giardini, centri sociali, una RSA, una casa circondariale. Ogni azione, ogni laboratorio, ogni spettacolo, è pensato come un modo per riattivare la relazione con lo spazio e con l’altro. In Komorebi la luce diventa metafora di conoscenza e di prossimità: illumina ciò che spesso resta invisibile, mette in contatto mondi che non si sfiorerebbero. Pratiche e performance possono ancora essere uno strumento di trasformazione che ci mette in relazione, ci costringe a sentire, a vedere di nuovo. È questo che vorremmo accadesse con Komorebi, che le persone si fermassero un momento, in quella luce che filtra, per ritrovare un senso di presenza, di comunità, di meraviglia”.

CCN ATERBALLETTO _ VISIONI DEL CORPO _ ph. Piero Biasion-Romana Barba
Il programma degli spettacoli di danza sociale
L’11 novembre al PARC Performing Arts Research Centre si apre la sezione Danza Sociale con “Superstella” di Vittorio Pagani, un’indagine poetica ed esistenziale che oscilla tra ordine e caos, tra desiderio di compiutezza e fascino dell’incompiuto. Ispirata al mito delle stelle del cinema e in dialogo con 8½ di Federico Fellini, la performance intreccia video, parola e movimento per riflettere sul rapporto tra idealizzazione e realtà nel percorso dell’artista contemporaneo.
Il giorno successivo, 12 novembre, il Rari Bistrò accoglie “Next Please! (Beta version)” di Jennifer Lavinia Rosati e The Gate Florence Dance Urban School. Un esperimento interattivo in cui il pubblico diventa protagonista: spettatori e spettatrici possono decidere in tempo reale cambi di partner, variazioni di ritmo o di scena, trasformando lo spettacolo in un gioco collettivo che mette alla prova la capacità dei danzatori di reagire, adattarsi e ricreare relazioni sul momento.
Il 14 novembre, ancora al PARC, arriva “Visioni del corpo. Maurizio Cattelan”, progetto del Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto. La coreografa Lara Guidetti, con i danzatori Alessia Giacomelli e Kiran Gezels, traduce in linguaggio corporeo l’ironia, le contraddizioni e la forza visiva delle opere di Maurizio Cattelan. A guidare il pubblico tra arte e performance è Nicolas Ballario, per un dialogo inedito che fa del corpo lo strumento per amplificare il senso provocatorio e visionario dell’artista.
Sabato 22 novembre, in prima nazionale al Teatro Cantiere Florida (in collaborazione con Versiliadanza), Camilla Guarino e Giulia Campolmi presentano “Paso Doble”, un lavoro ispirato al saggio L’arte di vedere di Aldous Huxley. Lo spettacolo esplora come la percezione visiva sia influenzata da memoria, attenzione e ricordo, intrecciando parola e corpo in un passo a due che indaga la soggettività del movimento e la complessità della relazione con l’altro.
Chiude il ciclo, domenica 23 novembre al Combo Social Club, la serata “Strange Little Girls”, tre visioni coreografiche al femminile che raccontano linguaggi e sensibilità differenti. Francesca Santamaria, con Good Vibes Only (beta test), riflette sul concetto di scrolling e sulla performatività nel tempo del consumo digitale; Midori Watanabe, in Butterfly, ribalta la trama dell’opera di Puccini trasformandola in un atto di ribellione e libertà; Nanouk, con Firework Frame (primo studio), mette in scena due corpi che abitano l’immagine sospesa di ciò che è essenziale e duraturo.
