Procede a vele spiegate e si avvia verso la conclusione il restauro del Volto Santo nella Cattedrale di San Martino a Lucca, un crocefisso ligneo che la leggenda definisce un’immagine acheropita ossia non fatta da mano d’uomo e che è stato al centro di una diffusa venerazione in tutta Europa fin dal Medioevo.
È da poco terminato il risanamento delle parti lignee danneggiate o fragili sia della croce che del Cristo con una metodologia che ha consentito, tramite l’inserimento di piccoli tasselli lignei, di ridare continuità materica al manufatto garantendo, con un intervento minimo, una maggior omogeneità e tenuta anche alle sollecitazioni del legno.
In funzione della prossima ricollocazione del Cristo sulla croce è in corso di realizzazione un sistema di sostegno progettato per rendere più stabile l’unione tra Crocifisso e croce in rinforzo dei perni originali, che saranno mantenuti nella loro integrità.
Stanno inoltre procedendo la rimozione degli ultimi residui dello strato superficiale scuro che ricopriva interamente la scultura, riportando alla luce la cromia che l’ha caratterizzata nei secoli passati, e la messa a punto della metodologia per l’integrazione pittorica delle piccole lacune di colore.
Il Volto Santo sarà restituito al culto e alla fruizione dei visitatori il 13 settembre, alla vigilia di Santa Croce.
Per l’occasione sarà riorganizzato il laboratorio di restauro per permettere la visione ravvicinata e inedita dell’opera, un’opportunità unica per poter ammirare il Volto Santo prima della sua ricollocazione all’interno del Tempietto, ancora in fase di restauro per qualche mese.

Tutte le novità emerse dal restauro
La rimozione dello strato superficiale scuro dalla croce ha rivelato la sua ricca storia: numerosi strati di ridipinture, ancora oggetto di studio, hanno cambiato sensibilmente l’aspetto del manufatto nel corso del tempo.
L’originaria decorazione, stesa su una sottile preparazione a gesso e colla, presentava una alternanza di fasce di colore rosso (cinabro), blu (lapislazzuli) e porpora (lacca rossa), alcune impreziosite da motivi decorativi in bianco e blu.
La vivacissima cromia è stata successivamente coperta da più strati di azzurrite, che hanno conferito alla croce il colore azzurro con il quale è raffigurata nelle prime rappresentazioni note, di epoca trecentesca.
La rimozione dello strato superficiale scuro ha rivelato sul braccio verticale della croce tracce molto deteriorate delle due lettere “Alfa” e “Omega”, simbolo cristologico, presenti anche sullo strato più antico di azzurrite, realizzate in questo caso in foglia d’oro e conservatasi in buone condizioni.
Il restauro permette di evidenziare il suo originario significato teologico: essa, infatti, nell’iconografia del Cristo Trionfante da strumento di morte si trasforma con la Risurrezione nel Trono della Grazia.
Il restauro è promosso dall‘Ente Chiesa Cattedrale di San Martino, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e diretto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per province di Lucca e Massa Carrara.
Gli aggiornamenti sulle fasi di restauro sono periodicamente disponibili sull’apposito sito web dedicato https://voltosantolucca.it.
