Cultura/

200 persone urlano dai tetti: il grido liberatorio diventa performance artistica

Un microfono e un megafono per farsi sentire in tutta la città. Il progetto è del collettivo Kinkaleri: “Non un grido di rivolta, ma di raccolta. Un tentativo di riallacciare le relazioni”

Urlo

Un urlo per liberarsi o sfogarsi, per ridere o per piangere. Sabato 17 luglio dai tetti di Firenze si potrà fare e il grido risuonerà in tutta la città grazie ai megafoni. È la nuova performance del collettivo artistico Kinkaleri, promossa e prodotta dalla Fondazione Stensen, che vuole dare spazio alle tensioni accumulate in questi mesi di pandemia globale e dare una forma sonora al legame tra città e suoi abitanti, attraverso una modalità primordiale di comunicazione.

La performance coinvolgerà circa 200 persone: sabato saliranno su un tetto e davanti al microfono dovranno solo urlare, a lungo, senza parole.  La città sarà invasa da queste urla alle 17.30 e alle 19.30. I tetti e le terrazze dei luoghi prescelti sono cinque, in diversi quartieri di Firenze: la Torre di San Niccolò, il Forte Belvedere, Porta Romana, la sede della Fondazione Stensen, la terrazza alberata dell’Hotel Kraft.

La caratteristica di questa azione è quella di produrre un urlo privo di ogni accento drammaturgico o emotivo, una modalità primordiale della comunicazione umana per avvertire di una presenza o indicare una direzione. – dice il collettivo Kinkaleri – La performance si propone, in questa condizione sociale mai provata prima, di aprire uno spazio fisico e mentale imprevedibile, dove provare ad intrecciare nuove relazioni tra la città e i suoi veri abitanti. Non un grido di rivolta, ma soprattutto un grido di raccolta, un tentativo di riallacciare le relazioni da e per gli abitanti di una città per farla tornare uno spazio prima di tutto di relazione sociale e non solo una risorsa da sfruttare“.

Il progetto “Urlo” di Kinkaleri nasce nel 2003 ed è sempre stato, nella sua semplicità, occasione di esperimenti attraverso il coinvolgimento di luoghi diversi: Il Castello di Nyon in Svizzera, lo stadio di San Siro a Milano, l’Auditorium della Musica a Roma, la città di Prato con l’affissione di poster stradali. Ora arriva a Firenze,  a questa ultima ipotesi performativa.

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