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Occupazione in crescita e l’inflazione che minaccia i salari: le luci e le ombre sull’economia toscana

I numeri del rapporto Irpet evidenziano anche un aumento delle esportazioni e del turismo, soprattutto straniero. L’annuncio di Giani sul fondo di coesione: “Meloni a Firenze per la firma”

distretti economia lavoro

Per il biennio 2024-2025 la previsione del Pil toscano è positiva – più 0,8 per cento l’anno – ma il ritmo è più lento, al pari dell’economia internazionale. Pesano la stretta monetaria per combattere l’inflazione e le tensioni geopolitiche. La produzione industriale è in calo, ma segnali di tenuta arrivano però dal turismo, dal mercato del lavoro e dalle esportazioni. È il quadro di sintesi delineato dal rapporto Irpet, presentato a Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente Eugenio Giani, dall’assessore Leonardo Marras e dal direttore di Irpet Nicola Sciclone.

“La Toscana – ha spiegato il presidente Giani –  sul piano economico dà segni importanti di sviluppo. Il rapporto Irpet – ha osservato – ci dice tre cose. La prima è che il lavoro, mai come quest’anno in Toscana, ha tassi di occupazione così alti, la disoccupazione è ai minimi.

Infine, ha sottolineato Giani, c’è “l’attrattività del brand Toscana, che la porta sul piano del turismo a essere regione di assoluto incremento dei flussi e della propria attività nell’epoca post Covid. Accanto a questo, certo, vediamo la risacca dell’economia, ma un ulteriore elemento che valuto positivamente è che la Toscana si caratterizza come la regione che sta interpretando al meglio il volano di investimenti del Pnrr”.

I numeri della Toscana

Il Pil regionale supera dello 0,7% quello del 2022 (+0,6% il dato nazionale). Aumentano gli investimenti, che hanno beneficiato della spinta delle attività collegate ai progetti del Pnrr. In flessione la produzione industriale (-3,4%, contro il -2,5% a livello nazionale) a causa di una domanda indebolita, sia a livello internazionale che nazionale, e di costi ancora elevati dell’energia.

Rallentano, ma restano positive [mark]le esportazioni che, dopo il +8,9% del primo trimestre, sono passate ad un +1,6% nel terzo, con un dato complessivo nei tre trimestri comunque positivo e migliore di quello nazionale: +3,9% contro il -2%.

Bene il turismo che, nei primi 8 mesi del 2023, ha segnato un +5,3% di presenze rispetto allo stesso periodo 2022 (il dato nazionale si ferma al +4,6%). A trainare quello straniero, tornato praticamente ai livelli del 2019: in Toscana l’aumento è stato del 14,7%, contro il 10,9% nazionale.

In crescita anche l’occupazione, malgrado una congiuntura incerta. Fra gennaio e novembre il numero di dipendenti è aumentato del 3,1% rispetto al 2022, con andamenti diversificati per tipologia di contratto: il +4,2% dei lavoratori a tempo indeterminato compensa la complessiva stabilità del lavoro a termine.

A far da contraltare alla crescita occupazionale la rilevante perdita del potere d’acquisto dei salari che nel 2023 è stata del 2,1%. Sommata a quella dell’anno precedente (-5,6%), l’erosione provocata dall’inflazione supera il 7%. Le imprese invece hanno mantenuto inalterati i margini di guadagno, trasferendo sui prezzi di vendita i maggiori costi dei fattori produttivi.

Riguardo alle previsioni per il biennio 2024-25, la crescita del pil toscano dovrebbe essere del +0,8% per entrambi gli anni, in linea con l’andamento nazionale (+0,7% e +1%) ma caratterizzata comunque da estrema incertezza.

Per quel che concerne gli effetti della manovra di bilancio del governo, secondo le stime Irpet, la riforma dell’Irpef e lo sgravio contributivo permetteranno un aumento del reddito disponibile per 1 milione e 300 mila famiglie toscane che dovrebbe aggirarsi sui 336 euro l’anno (28 euro al mese).

La spinta del Pnrr e dei fondi europei

A fine ottobre 2023 la Toscana può contare su 12.200 progetti legati al Pnrr per circa 11,5 miliardi di euro. Lo stato di avanzamento dei lavori è tra le migliori di Italia: le procedure di gara avviate in Toscana corrispondono ad un importo pari al 38% del valore dei progetti ammessi a finanziamento (per l’Italia è il 29%).

Positiva anche la ricaduta delle risorse della programmazione comunitaria (Fest, Fse e Feasr), che ammontano a circa 3 miliardi di euro per il ciclo di programmazione 2022-2027 e che attivano ulteriore spesa da parte dei soggetti privati beneficiari delle misure dei Piani. Secondo la stima Irpet la spesa attivata è di 1,15 miliardi di euro, per un totale di risorse movimentate di circa 4,2 miliardi. Il Pil generato per ogni euro di spesa è di 0,8.

Fondo sviluppo e coesione, 683 milioni per la Toscana: la firma a Firenze con la premier Meloni

Approvata con delibera di giunta la proposta di Fondo di sviluppo e coesione che pianifica investimenti nella regione nell’arco dei prossimi 5 anni. “Nella la prima metà di febbraio il Fondo entrerà in vigore con un accordo firmato a Firenze con la premier Giorgia Meloni“, annuncia il presidente Giani.

“Abbiamo cercato di equilibrare tra aree e tipologie di investimenti – spiega Giani –  il piano per la Toscana riguarda 530 milioni che si aggiungono a un intervento di anticipazione di 110 milioni concentrato soprattutto nelle scuole, e attivato 2 anni fa, e a un intervento di bonifica per Piombino di 41 milioni, che è stato anticipato negli apporti di programma. Complessivamente dunque si tratta di 683 milioni provenienti dal Fondo sviluppo e coesione nel nostro territorio”. Le priorità sono gli interventi relativi a strade e mobilità, quindi anche il sistema tranviario e l’alta velocità oltre alle strade regionali.

Un capitolo a sé riguarda Piombino: “Qui sono concentrati 41 milioni per le bonifiche; 4,4 milioni per la viabilità della strada principale e 4 milioni per lo stadio; questi interventi – afferma il presidente – vanno intesi come come agevolazione della Regione alla concetrazione di compensazioni che vogliamo dare per le problematiche dell’area siderurgica e la presenza del rigassificatore”.

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