Si apre sabato 26 luglio e terminerà giovedì 14 agosto il 59° autodramma del Teatro Povero di Monticchiello “La casa silente”: una drammaturgia partecipata da un intero paese che si interroga su questioni cruciali per la comunità e in cui chi guarda può di riflesso riconoscersi e ritrovarsi.
Tradizione sperimentale che ogni anno propone un nuovo testo, lo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello è ideato, discusso e recitato dagli abitanti attori. Ogni estate ‘in piazza’ nel caratteristico borgo della Val d’Orcia.
La casa silente
Quest’anno La casa silente ci trasporta nel 2059, in un’Europa in piena crisi demografica: la popolazione è composta quasi interamente da anziani; i bambini sono rarissimi. Le famiglie sono scomparse e quasi tutti vivono soli, mentre il lavoro umano è residuale, sostituito da automazione e mega-aziende planetarie.
Nei borghi come Monticchiello sopravvivono pochissimi anziani; il resto è stato venduto a stranieri ricchissimi (i “livello sei”), trasformando così i centri storici sopravvissuti in scenografie per il turismo di lusso: una sconfinata “casa silente”, in cui nessuno sembra più in grado di far tesoro del proprio passato, di individuare in esso valori guida per progettare il presente e immaginare il futuro, accettando la stasi in cambio di un modesto appagamento.
In questa apparentemente comoda e levigata “perfetta bellezza” ad uso di pochi, la sparizione di un anziano accumulatore seriale porterà un moto perturbante, trascinando tutti i coinvolti lungo un sentiero a ritroso, in cui recuperare scampoli di un senso collettivo perduto. Uno spiraglio dietro al quale, forse, qualcuno saprà intravedere un’alternativa, un modo diverso di ricostruirsi e ricostruire.

Il Teatro Povero di Monticchiello
Il Teatro Povero di Monticchiello è un progetto sociale e culturale nato negli anni Sessanta. In quel periodo il borgo toscano attraversa una profonda crisi collegata all’eclissi del sistema economico e sociale che ha caratterizzato per secoli la sua esistenza: la mezzadria. La popolazione si dimezza, mentre lavoro, cultura e tradizioni vanno rapidamente scomparendo. Quelli che per scelta o necessità rimangono iniziano dunque a riflettere sul senso delle trasformazioni che travolgono il loro mondo e le loro identità. In un paese senza un teatro viene dunque deciso di aggregarsi attorno a un’idea di spettacolo in piazza.
Dal 1967 ogni estate va in scena un “autodramma”: un’opera costruita dalla comunità giorno dopo giorno, a partire dalle assemblee della compagnia durante l’inverno e fino alle prove e alle repliche estive.
Oggi il Teatro Povero è anche un esempio di cooperativa di comunità, un soggetto che in prima persona si è fatto carico di molti servizi per la piccola comunità di Monticchiello.