Il suo obiettivo sono le sette cime più alte di ogni continente: ne ha scalate sei. Andrea Lanfri, l’alpinista di origini lucchesi ed ex atleta paralimpico, ha raggiunto la vetta del monte Elbrus, ben 5642 metri, nel Caucaso, arrivando così quasi a completamento del suo ambizioso progetto “Seven Summits”. Ora, all’appello, manca soltanto il Monte Vinson in Antartide.
Colpito da meningite nel 2015, ha perso entrambe le gambe e sette dita delle mani, ma non si è arreso. Dieci anni fa, infatti, è sopravvissuto a una meningite con sepsi meningococcica che gli ha lasciato il corpo pieno di cicatrici.
L’impresa dell’atleta lucchese
La salita è iniziata nei giorni scorsi e si è svolta dal versante sud in condizioni favorevoli e senza grandi difficoltà. “È stata una salita facile a livello pratico – ha detto l’atleta -, gli allenamenti di corsa e le gare che sto facendo mi fanno viaggiare sui 500 metri orari di dislivello anche a 5000 metri senza grandi problemi. La praticità dei rifugi ha indubbiamente aiutato. Le sensazioni sono state ottime fin dal primo giorno”.
Per Lanfri, il monte Elbrus non ha rappresentato una grossa difficoltà. “Non è una salita difficile – osserva – se dovessi paragonarlo direi che è simile al Breithorn ma senza crepacci e molto più grosso, da lontano non mi metteva paura, pensavo che sarebbe stato divertente correrci”.
Lanfri vanta una carriera costellata da grandi imprese. Da sempre appassionato di Outdoor e montagna, ha scalato alcune tra le maggiori vette del mondo: tra queste, l’Everest nel 2022 (8849 metri), il Putha Hiunchuli (7246 metri) in Nepal nel 2021 e l’Aconcagua (6961 metri), in Argentina, nel 2023. Nel maggio 2024, il Denali in Alaska (6190 metri).
È poi tornato in Italia, per scalare la montagna più alta di ogni regione toccata dal suo tour: per la Toscana è il monte Prado (2054 metri), nell’Appennino Tosco-Emiliano.
