Firenze per due settimane dal 2 al 14 settembre ospiterà un festival diffuso che porterà in concerto alcuni degli artisti più interessanti della scena europea.
Il Firenze Jazz Festival giunto all nona edizione si consolida come uno degli eventi musicali più interessanti dell’autunno toscano, senza puntare ai grandi numeri ma a realizzare un’esperienza di qualità, curata e indimenticabile per chi parteciperà.
Alabaster DePlume, Alfa Mist, Bassolino, Coca Puma, Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, Planet Funk, Gianluca Petrella & Pasquale Mirra, il sassofonista americano Isaiah Collier, con Jimetta Rose…sono solo alcuni dei nomi che si esibiranno sotto le stelle in un’esperienza vibrante, che unisce tradizione e avanguardia e fa di Firenze, per qualche giorno, la capitale della musica internazionale.
Francesco Astore direttore artistico del Firenze Jazz Festival ci ha raccontato: Siamo arrivati al nono anno, il Firenze Jazz è nato nel 2016. Inizialmente era una sezione di successo del Torino Jazz Festival che era una manifestazione molto ampia di cui eravamo un ramo: il Torino Jazz Fringe Festival. Poi ci chiamò l’allora responsabile dell’Estate fiorentina Tommaso Sacchi, che ora è assessore a Milano, una persona molto in gamba. Lui ci chiese di portare il format a Firenze. E così siamo arrivati qua e il progetto è cresciuto molto bene.
Ci sono festival che devono fare trentamila persone al giorno per stare in piedi, noi invece puntiamo su un festival esperienziale, abbiamo tanti concerti in location piccoline, in posti particolari
Il Firenze Jazz è cresciuto moltissimo anche grazie alle partnership con le realtà locali come l’Empoli Jazz e il Music Pool, quest’anno ospiti internazionali, come siete riusciti a costruire questo programma?
Quest’anno abbiamo ottenuto un sostegno triennale da parte del Comune. Avere un contributo triennale ti rassicura molto e ti consente una proiezione nel futuro, permettendoti di fare scommesse. Sicuramente dopo nove anni e grazie ai nostri partner che sono istituzioni storiche del territorio abbiamo fatto un salto importante. Passiamo da essere stati un free festival nei primi anni a diventare un festival a biglietteria popolare. Questo cambia tutto perché significa che (sempre con prezzi bassi e alcuni concerti gratuiti) il pubblico deve fare una sua valutazione e pagare un biglietto. Quindi è tutto più rischioso e più difficile, significa gestire attentamente la comunicazione, partire molto prima. Ma devo dire che le cose sono andate molto bene.
La vendita dei biglietti early bird è andata bene?
Benissimo, siamo andati sold out immediatamente. Anche la biglietteria del main stage sta andando molto bene, siamo vicini al sold out.

Tra gli addetti ai lavori si dice che i giovani non vanno più ai concerti, ancora più difficile, mi verrebbe da dire, portarli a un festival di musica jazz. Voi ci state provando
Si è una condanna quella che viene data al jazz, come se fosse nato un secolo fa e non si fosse più mosso. Hai ragione, è un problema ma è anche un errore perché il jazz si è molto evoluto. Ci sono tantissimi musicisti jazz giovani e bravissimi che giocano con le contaminazioni, esattamente come giocavano i primi jazzisti. Se accetti questo ti si aprono mondi incredibili. Noi facciamo un’operazione particolare, il festival è lungo dura due settimane. Nella prima puntiamo su un pubblico consolidato, esperto e anche più maturo con concerti nelle ville storiche, in location molto belle. La seconda settimana andiamo a intercettare un pubblico più giovane all’Anfiteatro delle cascine che è il nostro main stage. Quindi cerchiamo di avere entrambi i pubblici quello maturo e consapevole e quello giovane e “generalista” ma portando comunque qualità. Siamo in scia con una tendenza che funziona, io vorrei che il Firenze Jazz Festival diventasse sempre di più quello che viene definito un “boutique festival”.
Quando sento “boutique festival” mi si drizzano i capelli in testa perché ho sempre pensato che i festival fossero luoghi di aggregazione in cui si mescolavano persone molto diverse, questa è una potenzialità della musica. Invece mi sembra che negli ultimi anni ci sia la tendenza ad andare nella direzione opposta cioè premiare chi può permettersi di pagare biglietti a prezzi alti
Boutique festival non significa “da ricchi” è un festival curato, non di massa. Ci sono festival che devono fare trentamila persone al giorno per stare in piedi, noi invece puntiamo su un festival esperienziale, abbiamo tanti concerti in location piccoline, in posti particolari, facendo anche un Main Stage però puntiamo su un progetto “di sartoria”. I prezzi sono super popolari e ci sono anche eventi gratuiti.
È vero c’è una bellissima serata a ingresso gratuito il 14 settembre con Alabaster DePlume e l’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp
Sono artisti che altrove hanno fatto sold out. Quello che noi cerchiamo di fare è che il festival sia una bella esperienza, al di là degli artisti che possono piacere o no. Voi venite ad ascoltarlo a viverlo il festival e magari scoprirete qualcosa di bello. Noi cerchiamo di costruire le condizioni migliori affinchè le persone possano avere questa possibilità. È molto complicato a livello logistico avere più di dieci location. Sarebbe molto più semplice avere un unico palco. Noi cerchiamo di fare un festival policentrico, portando la gente in posti che non conosce o che conosce ma che non ha mai vissuto così. Firenze ha il problema che passa dall’overtourism a ‘non c’è nessuno’. Questo meccanismo da infarto, dal troppo al troppo poco dipende dall’offerta che uno cerca di costruire. Noi vogliamo fare un progetto in cui i cittadini di Firenze possano sentirsi a casa e i turisti siano incentivati a rimanere qualche giorno in più.
Il programma dei concerti del Firenze Jazz Firenze 2025
2 settembre, Villa Strozzi: il sassofonista americano Isaiah Collier, con Jimetta Rose
5 settembre, Il conventino: Giuseppe Culicchia e Giorgio Li Calzi
5 settembre, Lungarno Pecori Giraldi, Simona Palumbo Latin Quartet
6 settembre, Villa Bardini: la chitarrista Eleonora Strino in trio, seguita dal duo Gianluca Petrella & Pasquale Mirra
7 settembre, Villa Bardini: focus sulla cultura ebraica con il progetto HaTzel L’ombra e il David Krakauer Acoustic Klezmer Quartet
9 settembre, Vip’s Bar, Luca Gelli Organ Trio con Dario Cecchini
10 settembre, hu Certosa Firenze, Feel Good Production djset
10 settembre, Forte Belvedere: debutto di Francesco Cangi & The Lonely Rockets
11 settembre, hu Certosa Firenze, La paranza del geco
All’Anfiteatro delle Cascine:
12 settembre: Alfa Mist, talento londinese che fonde jazz, hip-hop e soul
13 settembre: Dario Bassolino, la producer Coca Puma e i veterani dell’elettronica italiana Planet Funk
14 settembre (ingresso gratuito): l’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp e il poeta-sassofonista Alabaster DePlume
16 settembre, Chiostro Collegiata di S. Andrea (Empoli), Bernstein, Gatto, Lanzoni “Organ Trio”
28 settembre, Parco di Pratolino: “data off” con Jungle Duke, il tributo di Silvia Bolognesi allo stile jungle di Duke Ellington