A “La Toscana delle Donne”, festival della Regione Toscana che valorizza il contributo femminile nei più diversi ambiti sociali – dalla politica allo sport, dalle scienze all’arte e lo spettacolo – ideato da Cristina Manetti, si parla di salute, di diritti, di lavoro e naturalmente si parla anche del contrasto alla violenza sulle donne. In questo caso, lo spunto per affrontare un tema drammatico, di grande attualità, è stato uno spettacolo teatrale, nato un’idea di Regina Schrecker, fashion designer di fama internazionale, musa e grande amica di Andy Warhol, costumista per il teatro e protagonista della scena culturale italiana, insieme al sociologo, antropologo, autore teatrale e regista torinese Alessandro La Noce.
Lo spettacolo nel titolo parafrasa, in tono ironico, la trasmissione di Bruno Vespa, “Porta a Porta”, per condurre lo spettatore in una dimensione surreale e ultraterrena: tra le righe del titolo si cela infatti la “APP”, un’immaginaria applicazione che consente ai personaggi in scena di parlare con l’al di là. Nasce così un dialogo con tre figure femminili della Divina Commedia di Dante, due delle quali vittime della violenza: Francesca da Rimini e Pia de’ Tolomei, che appaiono insieme a Beatrice.
All’interno del salotto televisivo surreale, che permette di esplorare il dialogo tra passato e presente attraverso una rilettura singolare di alcuni canti della Divina Commedia, vengono portati alla luce i valori e i sentimenti delle protagoniste, che risuonano come attuali e moderni. I temi dell’amore, della libertà, del sacrificio e dell’onore sono infatti al centro della discussione, portati avanti con grazia, passione e saggezza. Non solo: sempre grazie alla “APP” si apre un dialogo anche con i mariti delle due donne citate e viene interpellato addirittura il Sommo Poeta.
Gli attori dello spettacolo “PortAPPorta”, che si è tenuto lunedì 24 novembre, nella Sala delle Esposizioni di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana, alla presenza dell’Assessora alla Cultura Cristina Manetti, introdotto dalla giornalista Elisabetta Vagaggini, fanno parte del Laboratorio teatrale FormEduca APS.
“Il 25 novembre – spiega Cristina Manetti – è la giornata dedicata al contrasto alla violenza di genere ma, come diciamo da anni, non vogliamo ogni anno celebrarla facendo il terribile rendiconto di tutte le donne vittime di femminicidi e di violenze. È bene che oggi questo percorso sia affrontato in maniera diversa, promuovendo attivamente tutte le politiche che stanno al fianco delle donne, le sostengono nell’imprenditoria, all’interno della sanità di genere, nel contesto dell’arte e della cultura e contribuiscono al cambio di mentalità e paradigma sociale che oggi è fortemente necessario”.
“Questa – aggiunge Manetti – è una battaglia che vogliamo fare insieme, uomini e donne. Di essenziale c’è la voglia di crescere e aiutare le donne ad autodeterminarsi, essere indipendenti e consapevoli perché questa è l’unica arma davvero che abbiamo per migliorare davvero la nostra società e questo spettacolo è un modo tangibile di creare partecipazione e coinvolgimento, restituendo al palcoscenico il suo ruolo di spazio vivo di confronto culturale e civile”
Regina Schrecker, che in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, aveva già dedicato un omaggio alle protagoniste della Divina Commedia, anche in “PortAPPorta” ha vestito Beatrice, Pia de’ Tolomei e Francesca da Rimini, modulando le sue scelte stilistiche in funzione del diverso ruolo e delle differenti storie delle tre donne nella narrazione poetica dantesca, proiettandole nella società contemporanea e su argomenti di stringente attualità, come le violenze e i diritti negati.
“La pièce teatrale – ricorda Regina Schrecker – si collega idealmente con l’installazione dei costumi di scena che ho fatto qui a palazzo Strozzi Sacrati nel 2021 e oggi si unisce al racconto di come le donne hanno sofferto e vissuto nel medioevo e di come, in fondo, sia cambiata poco oggi la loro condizione”.
“L’idea di questo spettacolo – aggiunge il regista Alessandro La Noce – nasce proprio dopo aver visto la mostra degli abiti di Regina Schrecker che è stata fatta in questo palazzo nel marzo 2021 e dall’idea di dar vita a questi vestiti, dare corpo e farli vivere come figure ancora attuali. La pièce è stata anche rappresentata in molte scuole italiane ed abbiamo cercato di animare un teatro civile e pedagogico, che vuole far riflettere con la forza di un progetto multimediale che usa la scena, musiche originali, dialoghi creati per creare interazione con il pubblico e coinvolgere tutti sul tema della condizione femminile”.