Sabato 6 dicembre il Glue di Firenze sarà attraversato dalla forza magnetica dei Santamante, una delle formazioni più incendiarie e viscerali della nuova scena italiana.
La band guidata dalla voce intensa e carnale di Paola Micieli (Dalai) e dal suono inconfondibile della chitarra di Xabier Iriondo presenterà dal vivo l’omonimo album d’esordio.
Il disco è un’immersione in un universo sonoro dove convivono luce e ombra, desiderio e ferita, quiete apparente e tempesta emotiva.
Le dieci tracce scorrono come un unico flusso narrativo in cui la voce diventa arma e confessione, mentre chitarre, sintetizzatori e un drumming pulsante costruiscono un paesaggio denso, ruvido e vibrante.
I Santamante creano un linguaggio che non cerca compromessi: una materia musicale spigolosa e tagliente che riflette le contraddizioni dell’esistenza e le trasforma in energia creativa.
Ad aprire la serata al Glue, le sonorità grunge e nu metal dei Drop Circles, per un warm-up ad alto impatto sonoro.
Ecco la nostra intervista a Xabier Iriondo
Ciao Xabier! Non si dovrebbe mai chiedere ma partiamo dal nome “Santamante” com’è nato?
È l’unione di due parole santa e amante che sono in contraddizione. Paola si racconta nei testi attraverso l’accettazione di molte cose diverse che noi siamo e che facciamo. Con questo esordio volevamo trovare una parola che riunisse le differenze che albergano dentro ognuno di noi.
Com’è nato il progetto?
Durante la pandemia il batterista Gino Sorgente mi propose, dato che non potevamo suonare in giro, di immaginare un set nel quale lui suonasse una batteria elettronica. Io portai la mia chitarra elettrica e registrammo sul computer, in diretta con le mie distorsioni, i miei suoni, ma tutto silenziosamente cioè senza gli amplificatori nelle stanza. Improvvisando rif, pattern abbiamo costruito l’embrione per questo progetto. Poi abbiamoc ercato una voce femminile e è arrivata Paola che ha iniziato a scrivere testi. La formazione si è completata con l’arrivo di Davide Andreoni alle tastiere, synt e produzione.
State per partire per il tour, siete carichi?
Siamo pronti, saranno i nostri primi concerti quindi ci cimenteremo in questa nuova veste e non vediamo l’ora. Ma crediamo che questo sia anche un disco da ascoltare in cuffia e da ballare in cameretta da soli.
Quando componi musica pensi mai a chi la ascolterà?
Non mi è mai interessato, faccio musica per stupirmi e per cercare di trovare giovamento da questa attività. Quando non lo troverò più smetterò di farlo.
