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Mario Martone alla cerimonia del Premio Fiesole: “Il mondo intorno a me è stato il mio maestro”

A consegnare la statuetta, domenica 4 luglio, al Teatro Romano di Fiesole, la sindaca Anna Ravoni, insieme al direttore del riconoscimento, Massimo Tria e al coordinatore del Sindacato Critici, Marco Luceri

Mario Martone vince il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2021 - © Foto Comune di Fiesole

Il Teatro Romano di Fiesole: una location mozzafiato per un risconoscimento dalla grande tradizione

Le nubi che a tratti coprivano il cielo di una bella serata d’estate, domenica 4 luglio, non hanno offuscato lo splendore del Teatro Romano di Fiesole, che ha ospitato la nuova edizione del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2021. Un teatro dalla storia millenaria, che dalle sue sedute ad emiciclo consente di vedere cosa accade nel proscenio e al tempo stesso di gettare lo sguardo su tutta Firenze, una costruzione dalla bellezza immutata nei secoli, le cui pietre sono la testimonianza dell’antica storia della cittadina alle porte di Firenze. Uno scenario dalla bellezza mozzafiato, una “grande bellezza” da capogiro, pari a quella raccontata al cinema da Sorrentino, che ha accolto un riconoscimento dalla grande tradizione, nel corso degli anni attribuito ai più grandi autori del cinema italiano e internazionale, come Robert Altman, Ken Loach, Bernardo Bertolucci, Spike Lee, Nanni Moretti, Robert Guediguian, e tanti altri ancora. La sua prima edizione si è tenuta nel lontano 1966, anche se non tutti gli anni il Premio è andato in scena: anche lo scorso anno l’emergenza sanitaria ne aveva interrotto la continuità, dando appuntamento a tutti i cinefili al 2021.

Mario Martone è il regista premiato quest’anno con il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema

Il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema è andato quest’anno a Mario Martone, regista teatrale e cinematografico, autore di film memorabili, come L’amore molesto, Noi credevamo, Morte di un matematico napoletano, Il giovane favoloso, Capri Revolution, Il sindaco del rione Sanità. Alla serata di premiazione, come di rito, sono intervenuti esperti e critici, insieme ad ospiti speciali, come la compagna nella vita e nei suoi film, la sceneggiatrice Ippolita Di Maio, gli attori Edoardo Scarpetta, discendente della nota famiglia di teatranti Scarpetta-De Filippo (che sarà uno degli interpreti del suo prossimo film, Qui rido io), e Marianna Fontana, la protagonista di Capri Revolution, insieme alla sindaca del Comune di Fiesole, Anna Ravoni, al direttore del Premio, Massimo Tria e al coordinatore del gruppo toscano del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani, Marco Luceri.

“Sono appassionato di cinema da quando avevo 17 anni – ha dichiarato Mario Martone, alla domanda su quali fossero stati i suoi maestri in campo cinematografico -. “Fin da giovanissimo ho partecipato a una stagione di vitalità intellettuale e artistica, nella mia Napoli e non solo. Sono sato in contatto con l’artista Mimmo Paladino, con il fumettista Andrea Pazienza, ho conosciuto il cinema di Bernardo Bertolucci e della sua compagna Clare Peploe, una bravissima sceneggiatrice e regista (che tra l’altro, nella sua villa ha ospitato le scene de Il Giovane favoloso); ho sentito molto vicino, quasi in un rapporto di fratellanza, Pier Paolo Pasolini e il suo cinema. Posso quindi affermare che non ho avuto un solo maestro, ma il mondo intorno a me è stato il mio maestro”.

Tra le principali attività di Mario Martone, quella di regista teatrale

Mario Martone ha iniziato la sua carriera in teatro, nel periodo delle avanguardie degli anni ’70, quando aveva fondato il gruppo Falso Movimento. E proprio il teatro è una delle sue attività e fonti di ispirazione per il suo lavoro cinematografico, in un sistema di “vasi comunicanti” nel quale una disciplina alimenta l’altra, anche se, per il regista, i due lavori sono ben separati e distinti. “Dietro ogni mio film – ha dichiarato ancora Mario Martone – c’è il mio lavoro in teatro”. E ancora, forte per lui, l’ispirazione letteraria: sono tanti i libri che il regista ha citato nel corso del suo intervento, da quelli di Elena Ferrante a quelli di Ermanno Rea. Dal suo intervento di domenica 4 luglio, si è percepito chiaramente, a conferma di quanto traspare dai suoi film, come Mario Martone sia un regista colto, non nel senso elitario della parola, ma nel significato vitale del termine: nelle discipline storiche, letterarie, artistiche, dal contatto interdisciplinare con le altre arti e i diversi campi del sapere, Martone sa trovare una materia viva, da plasmare per i suoi film. Il lavoro che compie, per ogni sua opera, è quasi investigativo, andando a riannodare i fili che legano insieme parole e visioni. “Sono attratto dai libri sbilenchi – ha affermato ancora – da quei libri che sono pieni di rimandi e che rappresentano per me una sorta di mappa del labirinto”.

Un momento commovente della serata, prima di passare alla consegna vera e propria della statuetta del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2021, è stato il ricordo del critico Claudio Carabba, anima del riconoscimento per tanti anni, scomparso pochi mesi fa.

 

 

 

 

 

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