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Oscura e celeste: Marco Malvaldi torna al giallo storico con un omaggio a Galileo

Esce per Giunti il nuovo romanzo dello scrittore pisano che riporta in vita il padre della scienza moderna, alle prese con un mistero da risolvere nel convento fiorentino dove ha preso i voti sua figlia, Suor Maria Celeste

Marco Malvaldi

Marco Malvaldi torna al giallo storico con “Oscura e celeste”, il suo nuovo romanzo che esce oggi per Giunti dove lo scrittore pisano rende omaggio a Galileo Galilei, il padre della scienza moderna, dopo il successo de “La misura dell’uomo”, incentrato su Leonardo da Vinci, che ha venduto oltre 100mila copie ed è stato tradotto in venti Paesi.

È il 1631, l’Europa in guerra e le risorse scarseggiano, mentre a Firenze infuria la peste. Il Granduca dà disposizioni per limitare i contagi ma c’è chi sa trarre beneficio dalle situazioni di emergenza. Galileo infatti sta per pubblicare il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, la sua opera scritta in volgare per divulgare a tutti, anche a chi non legge in latino, la sua scoperta più importante: al centro dell’universo non c’è l’uomo con i suoi dogmi, come dice la Chiesa, ma il Sole.

I misteri del convento di San Matteo in Arcetri

Con la scusa della pandemia il “filosofo naturale” Galileo riesce ad eludere i controlli dell‘Inquisizione e a stampare il suo libro a Firenze, invece che a Roma. Ma il matematico ha un altro problema: la sua vista ogni giorno è sempre più appannata ed è la sua figlia preferita Virginia, che ha preso il velo nel convento fiorentino di San Matteo in Arcetri diventando Suor Maria Celeste, ad aiutarlo a trascrivere le minute del suo “Dialogo”. Nello stesso convento si trova anche l’altra figlia di Galileo, Livia diventata Suor Arcangela, che a differenza della sorella è stata costretta a prendere i voti dal padre e non è affatto contenta della vita monacale.

Fin qui Malvaldi si attiene alle vicende storiche realmente accadute, testimoniate anche dalle lettere che Galileo si scambiava quotidianamente con la figlia Virginia. I due non si scrissero soltanto tra tra il 1631 e il 1632, perché appunto si vedevano tutti i giorni, abitando Galileo vicino al convento di Arcetri: lo scrittore sfrutta proprio questo intervallo per immaginare un Galileo che diventa anche investigatore.

Il Galileo di Malvaldi: un toscano verace

In “Oscura e celeste” infatti San Matteo in Arcetri non è solo un tranquillo luogo di preghiera, ma il teatro di eventi strani: in alcune celle il lume rimane acceso ben oltre il tempo consentito, le monache ricevono visitatori e una notte si sente il tonfo di un corpo che cade. Galileo, che con il suo cannocchiale ha scoperto i satelliti di Giove e le fasi di Venere, si ritroverà così a dover portare alla luce un mistero, ma nulla può fermarlo perché lui sa che ogni cosa illuminata ha una parte oscura: sta a noi capire da che lato osservarla.

Malvaldi traccia così a un Galileo vivido, che è un toscano verace, amante del vino e della tavola, incline alle facezie ma capace di volgere il proprio straordinario ingegno alla conoscenza, consegnandoci gli strumenti attraverso cui pensare il futuro.

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