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“Pinocchio” di Matteo Garrone, racconto di un’anteprima

Poesia, rigore, e un Cinema con la C maiuscola nel film che esce in sala il 19 dicembre

PInocchio di Matteo Garrone

Giovedì 12 dicembre, allo Space Cinema di Roma, anteprima stampa del film ‘Pinocchio’, firmato da Matteo Garrone. Sala piena di giornalisti, sicuramente più di 400: ci sono proprio tutti, tv, carta stampata, web, i critici più accreditati della stampa nazionale. L’aspettativa è tanta, l’ultimo film di Garrone, ‘Dogman’, è stato un vero successo di pubblico e critica, il regista ha trionfato a Cannes con ‘Gomorra’ e ‘Reality’ e ha stupito il pubblico con ‘Il racconto dei racconti’: e forse è a quest’ultimo film che si pensa che il suo ‘Pinocchi’o debba avvicinarsi, dal momento che il terreno di narrazione è quello del fantastico.

Come sarà la nuova versione cinematografica di una fiaba che molte volte sul grande schermo è stata un flop e che deve superare il confronto con lo sceneggiato tv di Luigi Comencini, del 1972, che fu un successo enorme, del quale il pubblico ricorda tutto, dagli attori, alle creazioni fantastiche, alla musica? Fiato sospeso per oltre due ore.

Al termine del film, parte spontaneo un applauso, anche se non fragoroso. Entra in sala il regista con il cast e subito partono le domande per comprendere  un film che ha stupito la critica.

Il film è rigoroso nella ricostruzione della fiaba e si percepisce che nasce da cuore di Garrone. Sembra parlare con delicatezza e sottovoce a dei bambini che guardano rapiti il grande schermo. Ed è a loro che si rivolge il regista, che non cerca le sue solite ambientazioni gotiche, non indulge in eccessivi effetti speciali, ma fa sognare in punta di piedi, con immagini pittoriche dai toni pastello come in un vero libro di fiabe. Parla ai più piccoli, forse ai i suoi figli, o forse a se stesso bambino: “ho iniziato a disegnare Pinocchio da quando avevo sei anni”, dice Garrone “ho voluto fare un film popolare, così come lo è stata la fiaba; un film che parlasse a tutti, che potesse sorprendere e incantare come il libro”.

Il risultato è eccellente, anche se la sua potenza non si percepisce subito: è un film che si sedimenta nell’inconscio, perché il bambino che è in ogni spettatore è sopraffatto dal rumore che fanno film più roboanti, ma meno profondi. Ed è un cinema con la C maiuscola, quello di Garrone (e anche molto italiano, come lui stesso sottolinea con forza), che nasce dalla coralità del lavoro di professionalità geniali: Dario Marianelli per le musiche, Massimo Cantini Parrini per i costumi, Mark Coulier per lo strepitoso make-up, Marco Spoletini per il montaggio, Dalia Colli per il trucco.

Gli attori, poi, sono azzeccatissimi, la povertà di Geppetto è resa al meglio da Roberto Benigni, il cui corpo smagrito racconta di una povertà vera, vissuta nell’infanzia e rimasta nel suo dna. “Pinocchio – dice Benigni – racconta una povertà meravigliosa che ti fa vedere la vita come se fosse un miracolo. Una povertà che si trasforma in ricchezza: alla fine il burattino guadagna la cosa più preziosa, la vita!”. “Geppetto – prosegue l’attore e regista toscano – è il padre per eccellenza, come San Giuseppe”. Gigi proietti esce dai panni dello showman e incarna un solitario e sentimentale Mangiafuoco. Il piccolo Federico Ielapi, spontaneo e spiritoso, sfoggia il suo essere già, a soli 10 anni, un attore professionista (ha già lavorato per la serie ‘Don Matteo’ e in ‘Quo Vado?’ di Zalone) e racconta di aver affrontato ogni giorno di lavorazione del film, quattro ore di make-up. Tra gli attori spicca un Massimo Ceccherini in gran forma, che realizza qui l’interpretazione più bella della sua carriera e che firma anche la sceneggiatura. “Sono felice di aver partecipato a questo film – dice l’attore – Garrone è stata la mia fatina”.

E tra le collaborazioni azzeccate del film, quella con il location manager Gennaro Aquino, che ha saputo trovare ambientazioni incredibili, come la Tenuta la Fratta di Sinaluga e il povero paesello in riva al mare in Puglia. “Cercavo luoghi incontaminati – ha dichiarato il regista – che fossero adatti per raccontare una fiaba universale, anche se non li ho potuti trovare tutti in Toscana: ho ricreato la Toscana immaginata da Collodi in vari luoghi d’Italia, partendo da spunti pittorici, dai Macchiaioli e dalle illustrazioni del Pinocchio realizzate a fine Ottocento da Enrico Mazzanti.

Il ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone esce nelle sale il 19 dicembre e portare i bambini e tutta la famiglia a vederlo può essere un bel regalo di Natale.

 

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