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Una sanità più digitale e vicina alle persone: le riforme e i traguardi per il 2023

Il presidente Giani e l’assessore Bezzini hanno presentato gli obiettivi per il prossimo anno, che vanno dal potenziamento dei pronto soccorso alla cartella sanitaria unica

Operatori sanitari

La sanità toscana diventerà ancora più digitale e vicina ai cittadini: è questo l’obiettivo delle riforme previste per il 2023 e presentate oggi dal presidente della Toscana Eugenio Giani e dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. Sono sei i traguardi fissati per il prossimo anno: si va dal progetto di riorganizzazione dell’operatività dei Cup, con potenziamento dei canali di prenotazione on line, al potenziamento e riorganizzazione dei pronto soccorso. E ancora la valorizzazione e specializzazione dei piccoli ospedali, il rafforzamento della rete dei consultori, la cartella sanitaria unica e un sistema informativo territoriale ulteriormente evoluto.

Dal numero unico 116117 all’efficientamento energetico

Lo sfondo è quello delle riforme che la Toscana ha già avviato nelle ultime settimane o che terrà a battesimo nei prossimi mesi. Presidente ed assessore hanno raccontato il filo rosso che le tiene insieme: dalle nuove linee sull’emergenza urgenza alla continuità assistenziale (ovvero le vecchie guardie mediche dislocate sul territorio), dal numero unico 116117 per le cure non urgenti al trasporto sanitario e per i soggetti con fragilità, dalla mobilità sanitaria alla nascita del dipartimento interaziendale del farmaco, che avrà tra i compiti l’ottimizzazione dell’erogazione di farmaci a pazienti cronici o in dimissione che assumono la terapia a domicilio. Con l’anno che verrà partirà inoltre anche un coordinamento regionale sull’efficientamento energetico, per provare a mitigare nel tempo il caro bolletta.

“Dopo aver affrontato la pandemia ed aver garantito uno dei massimi gradi di resilienza del sistema sanitario del Paese, la Toscana si proietta adesso bel futuro con una stagione di cambiamenti e riforme” commentano Giani e Bezzini.

La riforma per l’emergenza urgenza

Il via libera alla riforma per l’emergenza urgenza – ovvero ambulanze e mezzi di soccorso da inviare in situazioni di emergenza con tempestività, quelli che si attivano chiamando il 112 – e la continuità assistenziale garantita dalla guardie mediche è arrivata poche settimane fa, a dicembre.

La giunta regionale ha approvato i nuovi indirizzi e le linee programmatiche che poi le aziende sanitarie dovranno nei prossimi quattro mesi recepire e declinare. Una doppia organizzazione, attesa da anni e frutto di un confronto ampio. I problemi da risolvere riguardavano la presenza di modelli di gestione troppo disomogenei tra territorio e territorio, un elevato tasso di medicalizzazione e postazioni di emergenza sanitaria territoriale a bassissimo livello di attività. Si punta alla costruzione di una rete più capillare, ad omogeneizzare il sistema, ad aumentare le ambulanze con infermieri e automediche, ma anche ad assicurare la giusta integrazione con la medicina di urgenza degli ospedali, a rafforzare il coinvolgimento e l’integrazione con gli enti di volontariato specificità toscana – e a potenziare alcuni pronto soccorso.

Il servizio di guardia medica dopo mezzanotte sarà riorganizzato e le ore liberate saranno utilizzate anche per attribuire incarichi provvisori, soprattutto nelle aree interne e più periferiche dove non è stato possibile sostituire il medico di famiglia andato in pensione e per rafforzare l’assistenza nelle ore diurne per malati cronici e oncologici.

Una nuova assistenza territoriale

Si semplifica l’accesso alla cure non urgenti, attraverso il numero unico 116117. Nel 2023 arriveranno inoltre novità sul fronte del trasporto sanitario: prescrizione con ricetta elettronica dematerializzata, con maggiore appropriatezza, migliore organizzazione e l’informatizzazione completa di tutto il processo. Per il trasporto di persone con fragilità e che devono recarsi in strutture del sistema sanitario regionale ci saranno invece voucher gratuiti, da richiedere alle Asl e distribuiti sulla base di tetti Isee e criteri chilometrici, a partire dal 15 gennaio.

Ai nastri di partenza, già licenziata dalla giunta, anche la nuova architettura dell’assistenza territoriale, che vedranno l’arrivo di case di comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali. L’obiettivo è potenziare le cure domiciliari e la presa in carico sul territorio. Un ruolo importante l’avranno anche l’innovazione e i servizi digitalizzati, la telemedicina e il telemonitoraggio.

Quanto al caro bolletta, visto che la sanità è un settore assai energivoro, la Regione monitorerà gli interventi di efficientamento in atto e le spese di energia, selezionando le migliori buone pratiche per un piano regionale ed un coordinamento stabile.

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