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Tommaso Novi insegna a ‘fischiare’ al Conservatorio Cherubini

Per la prima volta nella storia il ‘fischio musicale’ ha varcato le porte di un Conservatorio italiano

Tommaso Novi - © Sebastiano Bongi Tomà

Forse da piccoli tra i tanti divieti tra le mura scolastiche insieme a quello di masticare il chewingum, la maestra vi avrà anche detto che è assolutamente vietato fischiare. Ma da qualche mese il fischio risuona nelle stanze del prestigioso Conservatorio Cherubini di Firenze. A ‘insegnarlo’ è stato il musicista pisano Tommaso Novi fondatore insieme a Francesco Bottai della band I Gatti Mèzzi.

Novi ha una formazione classica, avvicinandosi allo stesso tempo al jazz e studiando col pianista Andrea Pellegrini, poi si è iscritto al corso di Composizione Sperimentale presso il Conservatorio musicale “G. Puccini di La Spezia. Ha proseguito gli studi al Conservatorio Cherubini di Firenze e dal 2006 è Tecnico esperto in Musicoterapia. Nel 2009 ha registrato, al pianoforte e al fischio, la colonna sonora del film “La prima cosa bella” del regista Paolo Virzì. Degna di nota anche la collaborazione all’ultima colonna sonora del maestro Nicola Piovani per il film “Una Festa Esagerata” del regista Vincenzo Salemme. Da una sua intuizione è nato nel 2008 il corso di Fischio Musicale presso la Scuola Bonamici di Pisa e adesso anche un laboratorio che si è tenuto al Conservatorio Cherubini di Firenze.

Il fischio è una vibrazione d’aria spinta dal diaframma che arriva alle labbra e produce un suono elastico, modulabile, in grado di dar vita a una melodia. Fischiare è una vera e propria ‘arte’ che ha visto in passato alcuni grandi maestri come Alessandro Alessandroni diventato celebre per le colonne sonore realizzate da Ennio Morricone per i film western di Sergio Leone.

Il fischio musicale è dunque sbarcato per la prima volta in un Conservatorio e ha acquisito un riconoscimento artistico importante. La proposta di Tommaso Novi è stata accolta con piacere dall’Istituto fiorentino che si colloca così in una posizione di avanguardia e sperimentazione verso questa nuova tendenza. Grazie alla collaborazione della Professoressa Anna Maria Freschi, docente di Pedagogia musicale e del Direttore Paolo Zampini, tra imitazione e improvvisazione, gli allievi del Triennio di Didattica della musica si sono cimentati senza timore in un corso sull’uso di questo “strumento umano”, utile anche come espansione della voce (o come sua sostituzione) e come mezzo immediato funzionale alla composizione e alla lettura musicale.

Ciao Tommaso! Come nasce a tua passione per il ‘fischio musicale’, quando hai iniziato a fischiare?
Probabilmente intorno ai 5 o 6 anni. In realtà ho sempre fischiato fin da molto piccolo, e i primi fischi si sono presto trasformati in musica. Poi con lo studio del pianoforte e della composizione successivamente la cosa è diventata qualcos’altro.

Ti è sempre piaciuto fischiare?
Sì, sempre. Il fischio è stato importante perchè mi teneva compagnia e mi faceva esorcizzare le paure. Mi ricordo che fischiavo al buio in casa, ma fischiavo anche sul campo da gioco, in classe con i compagni e in piscina mentre nuotavo.

Mi ricordo che quando ero piccola mi arrabbiavo molto perchè non riuscivo a fischiare come mio fratello e ci misi molto tempo ad imparare. Secondo te ci sono persone più o meno portate al fischio? C’è una naturale predisposizione o è una cosa che possono imparare tutti?
La risposta è no e ne sono assolutamente convinto. Non esiste un requisito necessario, serve solo la bocca, si fischia anche senza denti, oppure anche con piccole malformazioni delle labbra. Si può fischiare sempre. Come succede nella vita a volte le cose vengono con naturalezza, a volte bisogna applicarsi e seguire un percorso.

Come si impara a fischiare?
Io ho strutturato e condotto un esperimento, un progetto didattico in tre livelli. Si parte da un livello zero in cui si può insegnare a fischiare a chi non sa emettere un minimo suono, fino a un terzo livello in cui c’è già padronanza dello strumento, della lettura, il fischio diventa uno strumento che ha pochi limiti. Ha tre ottave di estensione, con una capacità di emettere suono sia in espirazione che in inspirazione. Il mio ‘sogno’ è che un giorno nella grandi orchestre accanto ai fiati e alle percussioni ci sia anche la figura del ‘fischiatore professionista’.

Per informazioni:
http://www.conservatorio.firenze.it/it/home

 

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