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Viaggio in terre d’Arezzo tra i capolavori di Piero della Francesca

Dalla Madonna del parto, alla Leggenda della Vera Croce fino al ritratto dei duchi d’Urbino nelle Gallerie degli Uffizi di Firenze scopriamo i capolavori di uno dei maestri del Rinascimento italiano

Madonna del parto

Piero di Benedetto de’ Franceschi noto come Piero della Francesca è nato nel 1416 a Borgo Sansepolcro ed è un degli artisti più emblematici e straordinari del Rinascimento italiano.

Le sue opere sono sospese tra razionalità ed estetica, tra arte, geometria e un complesso sistema di lettura a più livelli, dove confluiscono questioni teologiche, filosofiche e d’attualità. La sua attività pittorica è un processo che va dalla pratica pittorica, alla matematica.

L’itinerario che vi proponiamo parte da una delle più belle città della Toscana: Arezzo. Qui nella Cappella maggiore della chiesa di San Francesco si trova in ottimo stato di conservazione uno dei capolavori di Piero della Francesca. Si tratta del ciclo di affreschi che racconta la “Leggenda della Vera Croce”. Le storie della Vera Croce narrano gli avvenimenti della Genesi fino all’anno 628, quando il legno della santa Croce, dopo essere stato rubato, venne riportato a Gerusalemme.

Vi consigliamo di osservare la scena notturna sulla parete posteriore nell’angolo in basso a destraIl Sogno di Costantino” in cui Piero della Francesca usa in modo impressionante l’angelo come fonte di luce in una scena che, altrimenti, sarebbe stata completamente al buio.

La leggenda della vera Croce

La prossima tappa è il piccolo borgo di Monterchi, dove si trova la Madonna del Parto, un ritratto della Vergine Maria in dolce attesa. La Madonna è incinta e, in piedi al centro di un baldacchino di prezioso broccato, si mostra a chi la guarda.

Maria disposta di tre quarti con la mano destra si accarezza il ventre, con un gesto di pudore e protezione ma anche di consapevole fierezza. Gli occhi sono abbassati sul ventre ma la sua espressione malinconica sembra quasi presagire il destino del figlio che porta in grembo.

La Madonna del parto, Piero della Francesca

L’ultima tappa prevista dal nostro itinerario in provincia di Arezzo è il Museo Civico di Sansepolcro, dove è custodito il famoso affresco “La Resurrezione”, recentemente riaperto al pubblico dopo un periodo di meticoloso e lungo restauro ad opera del laboratorio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Piero ha creato una potente immagine di Cristo che esce fuori dalla tomba mentre quattro soldati romani dormono davanti a lui. Il secondo da sinistra dovrebbe essere un autoritratto del maestro.

Resurrezione, Piero della Francesca

Sempre nel Museo Civico di Sansepolcro si trova anche il Polittico della Misericordia che è composto da 15 tavole tra le quali, al centro, spicca la Vergine Maria dal volto impassibile che con una posa geometrica a triangolo apre il suo mantello per proteggere i fedeli.

Questa iconografia deriva dalla consuetudine medievale della “protezione del mantello” che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d’aiuto. Anche qui c’è un autoritratto del pittore: l’uomo voltato verso lo spettatore accanto alla veste di Maria.

Polittico della Misericordia, Piero della Francesca

Se vuoi proseguire l’itinerario che abbiamo dedicato a Piero della Francesca sappi che a Firenze si trova una delle sue opere più celebri. Nelle Gallerie degli Uffizi si trova quello che è considerato da molti uno dei ritratti più famosi del Rinascimento italiano, il dittico che rappresenta il Duca di Urbino, Federico da Montefeltro e sua moglie Battista Sforza.

I due duchi sono in una posa rigorosa e severa ma indossano abiti molto ricchi e sfarzosi nei dettagli simbolo del loro alto lignaggio. Il ritratto è particolarmente commovente se si pensa che pochi anni dopo Battista Sforza, amatissima dal marito, morì prematuramente, poco dopo la conclusione del ritratto. Essendo religiosissima volle essere sepolta nella fossa comune delle monache del convento di santa Chiara di Urbino, vestita di un semplice saio. 

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