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Carabinieri e Regione Toscana uniti nella lotta al bullismo, confronto con i giovani

Centinaia di ragazze e ragazzi al Cinema La Compagnia di Firenze per l’evento dal titolo “Legalità e rispetto, costruiamo un futuro senza violenza”

lotta al bullismo

350 studentesse e studenti degli istituti superiori della Toscana, insieme alle allieve e agli allievi della Scuola Marescialli e Brigadieri Felice Maritano di Firenze e della Scuola Militare Aronautica Giulio Dohuet per una mattinata di approfondimento al Cinema La Compagnia di Firenze dal titolo “Legalità e rispetto, costruiamo un futuro senza violenza”.

L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra la Legione Carabinieri Toscana e la Regione e con la partecipazione dell’Ufficio scolastico regionale, ha affrontato i temi del bullismo e del cyberbullismo. “In Toscana sono avvenuti anche di recente degli episodi molto gravi, penso al caso tragico di Maati a Campi Bisenzio”, ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani. “Ecco quindi la necessità di parlare di rispetto e di legalità. Il rispetto è indispensabile per i giovani per costruire la comunità del futuro, fondata su valori e su princìpi che mettano al centro la persona umana. Allo stesso modo la legalità è un principio anch’esso fondamentale, sul quale si misura la cività di un popolo. Ringrazio l’Arma dei Carabinieri per questa collaborazione e per la disponibilità nei confronti dei giovani delle scuole toscane”.

Al centro, dunque, la costruzione di una cultura del rispetto e della non violenza. “C’è bisogno di acquistare consapevolezza – ha sottolineato il Generale Lorenzo Falferi, comandante della Legione Carabinieri Toscana – che quello che spesso si vede sui social e che a volte ci propone come ‘normale’ il linguaggio violento e l’aggressività costituisce invece un’eccezione, cui bisogna opporsi con forza. Dobbiamo cercare di stimolare nei giovani la capacità di andare contro a certe dinamiche, valorizzare se stessi diventando non semplicemente parte di un gruppo, ma essere protagonisti all’interno di quel gruppo, per scardinare il linguaggio di violenza e di prevaricazione nei confronti degli altri. E’ il rispetto che nasce dall’empatia, dalla capacità di vedersi nell’altro e di capire quanta sofferenza una persona possa vivere quando è vittima di violenza, non solo fisica ma anche psicologica e verbale.”

 

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