Dal 26 luglio al 2 novembre 2025 San Quirico d’Orcia torna a essere crocevia dell’arte contemporanea con la 54ª edizione di Forme nel Verde, rassegna che dal 1971 porta la scultura internazionale negli scenografici Horti Leonini e negli eleganti ambienti di Palazzo Chigi Zondadari.
“Fondere il tempo” è il titolo scelto per quest’anno, un omaggio al bronzo come materia viva, simbolo di eternità e custode della memoria artistica e storica dell’umanità.
Incastonata nel cuore della Val d’Orcia, Patrimonio Unesco, Forme nel Verde continua a essere una manifestazione unica nel suo genere, capace di coniugare natura, arte e cultura materiale.
Quest’edizione, più che mai, celebra l’intelligenza delle mani e il valore del tempo: quello impiegato per fondere, quello tramandato da generazioni, quello che unisce passato e presente nel segno del bronzo.
A pochi giorni dall’inaugurazione Forme nel Verde ha ricevuto un riconoscimento di grande prestigio: la Medaglia del Presidente della Repubblica, conferita come premio di rappresentanza per l’elevato valore culturale dell’iniziativa.
Un sigillo che si affianca ai patrocini del Ministero del Turismo e della Regione Toscana, confermando il ruolo centrale della manifestazione nel panorama artistico nazionale.
Il bronzo, metallo della memoria
Curata da Carlo Pizzichini e promossa dal Comune di San Quirico d’Orcia, l’edizione 2025 si concentra sul bronzo, materia antichissima e al tempo stesso incredibilmente attuale.
Cuore pulsante dell’esposizione è la collaborazione con la Fonderia Leonardo Del Giudice di Greve in Chianti, che quest’anno celebra i suoi cinquant’anni di attività. Questo storico laboratorio artistico, a conduzione familiare, rappresenta uno dei principali centri italiani della fusione in bronzo, punto di riferimento per generazioni di scultori.
Negli Horti Leonini, capolavoro di giardino all’italiana del tardo Rinascimento, trovano spazio le opere di artisti come Roberto Barni, Fuad Aziz, Vittoria Marziari, Claudio Nicoli, Boris Stampfli, Willy Wimpfheimer e lo stesso Pizzichini.
A Palazzo Chigi, invece, è possibile ammirare celebri riproduzioni di sculture bronzee dell’antichità, tra cui la Chimera d’Arezzo, il David del Verrocchio, il David di Donatello e il Mercurio del Giambologna, in un affascinante dialogo tra epoche e stili.

Il racconto del processo: dalla cera al metallo
Uno degli elementi distintivi di questa edizione è la volontà di mostrare non solo l’opera finita, ma anche il complesso processo artigianale che porta alla sua realizzazione.
La mostra Scultura a Palazzo. Come nasce un bronzo, allestita nelle sale di Palazzo Chigi, espone opere realizzate alla Fonderia Del Giudice da artisti come Helidon Xhixha, Alessandro Reggioli, Fulvio Ticciati e molti altri.
Il percorso si arricchisce di un itinerario didattico che illustra le fasi della fusione: dal bozzetto in argilla al calco in gesso, dalla cera alla colata finale, con modelli, immagini e interviste video agli artigiani, veri maestri di una sapienza che si tramanda da secoli.
Il bronzo, materia nobile e resistente, è anche protagonista del paesaggio: lo dimostra il recente ritrovamento di decine di sculture votive nelle acque termali di San Casciano dei Bagni, a pochi chilometri da San Quirico. Un’ulteriore conferma di quanto profondo e duraturo sia il legame tra il territorio e questa forma d’arte.
Giovani talenti e ceramica contemporanea
Forme nel Verde 2025 non dimentica l’importanza della formazione e della sperimentazione. Al primo piano di Palazzo Chigi Zondadari è ospitata la mostra Forme nel Verde Young, che raccoglie le opere degli studenti delle Accademie di Belle Arti di Bologna, Carrara, Firenze, Macerata e Milano.
Un’opportunità concreta per valorizzare i nuovi linguaggi della scultura e le visioni emergenti del panorama artistico italiano.
A chiudere il percorso, le sale museali del secondo piano accolgono la rassegna Ceramica a Palazzo, a cura della Nobile Contrada del Nicchio di Siena.
Una collezione di ceramica contemporanea che riflette la ricchezza tecnica ed espressiva di questa nobile arte, troppo spesso considerata “minore”.
La mostra omaggia la tradizione locale e guarda al futuro, sostenendo la nascita del Museo delle Ceramiche Senesi e stimolando la riscoperta di un patrimonio artistico condiviso.
