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I We Melt Chocolate tornano con “Holy Gaze”: “Lo shoegaze è la musica del futuro”

La band fiorentina è pronta a ripartire in tour per presentare il nuovo disco realizzato in collaborazione con Francesco D’Elia, Lorenzo Sebastian Lugli dei Rev Rev Rev e Ben Moro dei Sensitive Club

We melt chocolate

A Firenze c’è una band che da anni sventola orgogliosamente il vessillo dello shoegaze, stiamo parlando dei We Melt Chocolate.

Vanessa Billi, Lorenzo Sbisà, Marco Corvitto, Francesco Lopez e Enrico Baroncelli hanno dato vitale band nel 2012 dalla fusione dei componenti dei Evanicetrip e Shades of Blue.

In oltre dieci anni di attività sulle scene anno aperto gli show di gruppi di fama internazionale come Holy Wave, The Underground Youth, Shivas, The Asteroid No.4, His Clancyness, Magic Shoppe, Your 33 Black Angels e Gift.

Dopo il loro primo disco “S/T” pubblicato con l’etichetta Annibale Records, per i fantastici cinque è giunto il momento pubblicare il secondo disco “Holy Gaze”, anticipato dal singolo “Holy Ramen”, con cui proseguono felicemente le loro peripezie e sperimentazioni musicali.

Le dieci tracce del disco, uscito per Miracle Records, vedono collaborazioni prestigiose provenienti dall’ambiente underground italiano, quali Francesco D’Elia, Lorenzo Sebastian Lugli dei Rev Rev Rev e Ben Moro dei Sensitive Club.

“Holy Ramen” rappresenta il lato più sognante dei WMC. È un’esortazione a superare le difficoltà quotidiane, a guardare il cielo e a concedersi un momento speciale, un momento sacro solo per se stessi.

We melt chocolate

“Il disco è uscito il 31 ottobre online su Bandcamp e Spotify, mi hanno informato da poco che sono arrivati anche i cd – ci ha raccontato Lorenzo Sbisà – l’abbiamo registrato nell’estate del 2022, siamo lenti e perfezionisti quindi c’è voluto molto tempo per mixarlo e raggiungere l’obiettivo che ci eravamo posti. I nostri pezzi nascono in sala prove, improvvisiamo, registriamo a volte anche solo dei frammenti e poi ci lavoriamo insieme.”

L’ispirazione per questo disco da dove è venuta?

I testi sicuramente vengono dal periodo del Covid, l’isolamento. Dal punto di vista musicale è un disco abbastanza vario, ci sono vari elementi non solo shoegaze, non è un album monolitico. Un recensore ci ha fatto un bel complimento ha detto che abbiamo raggiunto il nostro suono. 

Sono tanti anni che suonate insieme com’è cambiato il vostro rapporto?

Siamo amici da tanto tempo. A volte litighiamo come tutte le famiglie, è normale, ma ci ritroviamo sempre. Non abbiamo mai avuto discussioni artistiche o lotte. I pezzi che sono sul disco sono tutti i pezzi che abbiamo registrato.

Com’è la scena shoegaze italiana, è viva?

È viva e lotta con noi! Ci sono gli Inframellow un progetto di un giovane musicista di Livorno. Poi gli storici Stella Diana, Clustersun, i Rev Rev Rev che hanno collaborato al nostro disco. Poi ci sono i Novanta che suoneranno sabato prossimo al  The Cave, i Glazyhaze, gli Human Colonies, gli In her Eye. Lo shoegaze è più che mai in salute. C’è una sorta di “italogaze italiano”, una grande famiglia.

Quindi è un genere ancora molto prolifico…

Oggi gli Slowdive oggi fanno sold out in pochi minuti. La popolarità di questo genere tra i ventenni è alta. Io l’ho sempre predetto,  lo shoegaze è il suono del futuro e il futuro è ora. Rispetto a generi come il grunge o brit pop che erano passatisti, lo shoegaze e anche il noise sono veramente rivoluzionari, partono da band come Sonic Youth,  Velvet Underground, è un filone più vivo dal punto di vista del suono.

I prossimi concerti dei We Melt Chocolate

25 novembre Circolo Mengaroni a Pesaro
22 febbraio Corte dei miracoli, Siena
16 marzo Arci Bellezza, Milano

Vanessa Billi, We melt chocolate
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