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Il futuro della Fi-Pi-Li al centro del dibattito: tra terza corsia, trasporto pubblico e Toscana Strade

La ricerca SAMPLE rivela preferenze divise: industria e grandi imprese verso l’ampliamento stradale, giovani e servizi per il modello intermodale. Giani annuncia la delibera per Toscana Strade entro l’anno in Consiglio

La mobilità toscana è davanti a un bivio. È quanto emerge dallo studio SAMPLE, realizzato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna e dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, che ha raccolto quasi 2.000 risposte da cittadini e oltre 130 da imprese per analizzare percezioni e priorità sul futuro della Fi-Pi-Li, una delle infrastrutture più strategiche della regione.

Lo status quo è bocciato: “Serve una svolta”

Il dato più netto è il rifiuto dell’immobilismo: mantenere la superstrada così com’è è lo scenario meno accettato, penalizzato soprattutto dalle preoccupazioni per la sicurezza stradale, che abbattono l’accettabilità del 14%. Lo studio ha messo a confronto tre prospettive: mantenimento dell’infrastruttura, realizzazione della terza corsia oppure un modello “contestuale”, basato su trasporto pubblico potenziato, ciclabilità e intermodalità. A essere scelto con più convinzione sono proprio i modelli alternativi alla sola espansione stradale, ma con importanti differenze generazionali e sociali.

Giovani e terziario: “Investire su autobus, treni, bici e intermodalità”

Gli under 40 più istruiti mostrano un entusiasmo chiaro: quasi il 70% preferisce lo Scenario Contestuale, che immagina una Toscana più sostenibile, connessa e moderna. Per il mondo del terziario – commercio, servizi, istruzione e sanità – la priorità è la stessa.

Un sistema di trasporti efficiente favorisce l’attrattività dei talenti e genera un circolo virtuoso tra formazione, impresa e innovazione” spiega Francesco Rizzi, professore della Scuola Sant’Anna e coordinatore dello studio.

Tra le imprese prevale la spaccatura: industria per la terza corsia

Diverso l’orientamento del manifatturiero, dove quasi il 44% preferisce la terza corsia. La tendenza cresce con la dimensione aziendale: dalle microimprese (33,3%) alle grandi (62,5%). Il dato chiave, però, riguarda le abitudini: chi usa l’auto è più favorevole allo scenario stradale, chi usa bici o mezzi pubblici sostiene il contestuale.

Non si tratta di scegliere una parte – osserva Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio – ma di governare la complessità con una visione di lungo periodo. Il verdetto è chiaro: l’immobilismo è bocciato“.

Giani: “Servono terza corsia e più intermodalità. Pronti 10 milioni per Toscana Strade”

Alla presentazione dello studio, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha annunciato che la delibera per la costituzione della società Toscana Strade spa arriverà in Consiglio entro fine anno. La Regione prevede un primo investimento di 10 milioni di euro, in attesa di risorse statali per le strade regionali di interesse nazionale.

Giani rivendica la necessità di un intervento infrastrutturale deciso: “La Fi-Pi-Li è una strada regionale ma con funzione nazionale. Deve essere adeguata e allargata. È necessario realizzare la terza corsia, quella di emergenza”.

Il primo passo riguarderà l’allargamento del tratto Firenze Scandicci–Lastra a Signa, considerato il punto più critico per il traffico.

Il presidente si dice però convinto anche della necessità di potenziare il trasporto ferroviario e di lavorare sull’intermodalità: una linea in parte convergente con le richieste dei giovani e del terziario emerse dallo studio. Quanto alla nuova società Toscana Strade, le fonti di finanziamento previste sono tre: risorse regionali, contributi statali e – come ipotesi – un pedaggio per i tir, anche se Giani chiarisce che la società “può partire anche senza pedaggio“.

Una scelta strategica, non solo tecnica

Dallo studio emerge un punto condiviso: qualsiasi decisione avrà effetti di lungo periodo e cambierà il modello di sviluppo della Toscana. Investire su trasporto pubblico e intermodalità significa puntare su sostenibilità, sicurezza e competitività. Scommettere sulla terza corsia garantisce risposte più immediate al traffico pesante, ma con costi elevati, impatti ambientali significativi e una struttura difficile da modificare. La Toscana, come conclude lo studio, è davanti a una scelta strategica, sociale e politica. Una scelta che determinerà la mobilità – e la crescita – dei prossimi decenni.

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