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Il mendicante moro di Giacomo Ceruti entra agli Uffizi: un capolavoro di umanità e intensità emotiva

Il dipinto dell’originale artista settecentesco, noto per le sue avanguardistiche e realistiche rappresentazioni di persone appartenenti alle fasce sociali più umili, è stato appena acquistato dalle Gallerie

Ceruti, Ritratto di Moro

Un nuovo capolavoro arricchisce la collezione degli Uffizi: si tratta del Mendicante moro di Giacomo Ceruti, pittore milanese del Settecento noto per le sue rappresentazioni innovative del mondo popolare.

Realizzato nella prima metà del XVIII secolo, il dipinto entra a far parte delle Gallerie fiorentine come testimonianza di una visione artistica che unisce monumentalità, emozione e profonda umanità.

La figura del mendicante, colta con straordinario realismo, è trattata da Ceruti con la stessa dignità e solennità riservata ai ritratti nobiliari.

Gli occhi, nerissimi e intensi, costituiscono il fulcro emotivo del quadro: esprimono fatica, ma anche vita e presenza. L’artista evita ogni tono esotico o aneddotico, restituendo al soggetto una forte individualità e partecipazione umana.

L’acquisizione colma una lacuna importante nelle collezioni del museo: finora gli Uffizi conservavano solo un’altra opera di Ceruti, il Ragazzo con cesta di pesci e granseole. Con il Mendicante moro, le Gallerie si arricchiscono dunque di una nuova icona destinata a entrare nell’immaginario collettivo.

Nel panorama artistico del Settecento, la figura del moro era spesso relegata a ruolo decorativo o servile, simbolo di lusso e orientalismo. Ceruti, invece, ribalta la prospettiva: il suo mendicante in stracci diventa un ritratto universale di dignità e umanità, anticipando lo sguardo sociale che caratterizzerà la pittura borghese europea.

Ben noto agli studiosi, il dipinto era già stato esposto nella storica mostra I pittori della realtà curata da Roberto Longhi nel 1953 e, più recentemente, nella rassegna Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento (Brescia, 2023).

Con questa acquisizione, gli Uffizi non solo ampliano la propria collezione settecentesca, ma riaffermano il valore dell’arte come specchio della dignità umana oltre ogni condizione sociale o colore della pelle.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde ha dichiarato: “Dopo il Matrimonio Mistico di Santa Caterina de’ Ricci di Subleyras, le collezioni della pittura del XVIII secolo degli Uffizi si arricchiscono di un altro capolavoro, il Mendicante Moro di Giacomo Ceruti. Un unicum assoluto, questo ritratto pieno di classica monumentalità che stravolge le convenzioni iconografiche del suo tempo e allarga i confini culturali di un secolo in cui si fa strada la modernità e si affermano i valori dell’uguaglianza”.

Ceruti, Ritratto di Moro
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