Una mostra con quaranta opere inedite permetterà di riscoprire Tito Chelazzi, il sancascianese considerato il primo grande interprete del genere floreale nella pittura italiana dell’Ottocento.
Fino al 1° marzo 2026 il Museo civico Giuliano Ghelli di San Casciano ospita la mostra “Con l’occhio del botanico. I fiori nell’arte toscana dell’Ottocento dai Bezzuoli al sancascianese Tito Chelazzi”, curata da Michele Amedei.
L’esposizione — sostenuta e promossa dal Comune di San Casciano — costruisce un percorso in tre sezioni che unisce arte, scienza botanica e ritrattistica, mettendo per la prima volta a confronto i lavori dei fiorentini Luigi e Giuseppe Bezzuoli con quelli di Chelazzi.
Molte delle opere, provenienti da collezioni private e dal Kunsthistorisches Institut di Firenze, non erano mai state presentate al pubblico.
Al centro del percorso, il rapporto tra natura e rappresentazione umana: dagli studi botanici di Luigi Bezzuoli alle composizioni floreali che impreziosiscono i ritratti ottocenteschi del figlio Giuseppe.
La sezione dedicata a Tito Chelazzi riunisce nature morte, specchi decorati e documenti che testimoniano l’impegno patriottico dell’artista, che fu volontario garibaldino.
Chiude la mostra l’omaggio al progetto editoriale I fiori dei Fratelli Treves (1892-1894), illustrato da Chelazzi.

Un ciclo di incontri e visite guidate su Tito Chelazzi
La mostra è arricchita da una serie di iniziative tematiche dedicate al mondo dei fiori e al loro rapporto con l’arte e la letteratura, oltre che al ruolo di Chelazzi nelle battaglie risorgimentali.
opere rappresentative e rivelatrici che mostrano un’attenzione lenticolare, frutto di un’osservazione che avviene “con l’occhio del botanico”
Gli interventi, a cura di Michele Amedei, Anna Donatelli (Università degli Studi di Firenze), Giovanni Occhini e Christian Satto (Università per Stranieri di Siena), in programma il 10 e il 24 gennaio, il 7 e il 21 febbraio, saranno seguiti da visite guidate in mostra tenute dal curatore.
“La rappresentazione pittorica del bouquet, – dichiara il curatore Michele Amedei – inteso come composizione floreale legata alla bellezza naturalistica e allegorica, raffigurata in ambienti interni ed esterni, è il fil rouge, l’elemento che ricorre nella mostra e che unisce gli artisti che portiamo per la prima volta tra le sale di un museo, i Bezzuoli e Tito Chelazzi, uniti dall’amore, quasi scientifico, per la natura, i fiori e il loro significato nell’importante momento storico in cui operano i pittori”.
“Si tratta di una mostra davvero originale – prosegue il curatore – che si apre a diversi piani di lettura e che offre la possibilità di conoscere opere rappresentative e rivelatrici che, da un lato, mostrano un’attenzione lenticolare, frutto di un’osservazione che avviene appunto “con l’occhio del botanico”, dall’altro sono attraversate dalla presenza latente di un’Italia che si identifica con la rinascita e con tutto ciò che simboleggia il fiore”.
“Siamo orgogliosi di ospitare una mostra di altissimo profilo culturale che ha per tema il genere della pittura floreale tra la fine del Settecento e gli anni novanta dell’Ottocento – dichiara il sindaco Roberto Ciappi – e che vuole rendere omaggio ad un grande pittore nostrano, apprezzato dai sancascianesi tanto che in molti conservano una opera firmata da Chelazzi nelle proprie case, un ringraziamento va dunque a tutti coloro che hanno messo a disposizione i dipinti per la realizzazione di questo percorso espositivo. Un evento che vuole mettere in primo piano l’opera del sancascianese, come primo pittore fiorista del nostro Paese”.
La mostra osserverà aperture straordinarie l’8 dicembre e il 6 gennaio, mentre il museo resterà chiuso il 24-26 e 31 dicembre e l’1° gennaio.
Ingresso: 8 € intero, 5 € ridotto, gratuito fino ai 6 anni.
