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La Kylix di Kleophrades torna al Museo Civico Archeologico di Sarteano

La kylix, che resterà visibile in una mostra a lei dedicata fino al 2 novembre, rappresenta un’occasione unica per riflettere sulla storia archeologica del territorio e sulla necessità di ricomporre una memoria frammentata

Kylix attica a figure rosse

Torna temporaneamente al Museo Civico Archeologico di Sarteano un prezioso reperto della ceramica attica: si tratta della kylix di Klephrades, portata alla luce durante gli scavi nella necropoli etrusca di Solaia.

La kylix, che resterà visibile in una mostra a lei dedicata fino al 2 novembre, rappresenta un’occasione unica per riflettere sulla storia archeologica del territorio e sulla necessità di ricomporre una memoria frammentata.

Il prezioso vaso attico a figure rosse, databile all’inizio del V secolo a.C., apparteneva originariamente alla collezione Borselli, una delle tante collezioni private formatesi nell’Ottocento, spesso in seguito a scavi mirati alla vendita dei reperti.

Nel corso del XIX secolo, infatti, la metropoli di Solaia – la più estesa dell’area chiusina – fu oggetto di intense campagne di scavo che causarono una drammatica dispersione del patrimonio archeologico locale verso musei e collezioni italiane ed europee.

La kylix oggi in mostra è simbolo di questa diaspora culturale ma anche della volontà, oggi rinnovata, di restituire al territorio una narrazione più completa e autentica del proprio passato.

Gli scavi alla necropoli etrusca di Solaia

A partire dagli anni Cinquanta, gli scavi sistematici condotti dalla Soprintendenza Archeologica hanno contribuito a ricostruire parte del patrimonio, portando alla luce nuovi reperti, oggi esposti presso il Museo Civico Archeologico di Sarteano.

A questi si sono aggiunti, negli anni Duemila, importanti materiali provenienti dalle necropoli della Palazzinae delle Pianacce, grazie a operazioni di acquisizione e tutela.

La presenza temporanea della kylix a Sarteano vuole dunque essere un’occasione per riflettere non solo sulle “città dei morti” – le necropoli etrusche che punteggiano il paesaggio senese – ma anche sulle tracce delle “città dei vivi”, ovvero gli insediamenti, le attività e le espressioni di vita quotidiana di una comunità etrusca che in questo territorio ha lasciato segni profondi e ancora da esplorare pienamente.

La mostra – che segna la riapertura del Museo Civico Archeologico di Sarteano dopo due mesi di chiusura per interventi di adeguamento – fa parte del “Progetto Etruschi 85/25” promosso dalla Regione Toscana, realizzato dalla Fondazione Musei Senesi e da Associazione dei musei e parchi archeologici della Toscana.

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