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L’economia toscana in crescita: aumentano Pil e occupazione, decisivi Pnrr e fondi europei

Il rapporto dell’Irpet mostra nel 2022 una Toscana ancora in ripresa, grazie soprattutto all’aumento del turismo, ma è necessario un consolidamento, per cui saranno decisive le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Imprese - © Hananeko_Studio by shutterstock

L’economia toscana conferma la sua crescita: nel 2022 il Pil regionale è aumentato del 4,1%, più di quello italiano che ha segnato un +3,8%, e il trend positivo si conferma anche quest’anno, sebbene sia attesa una frenata. Per il 2023 si stima un Pil in crecita dell’1,1% conferma una dinamica espansiva, che dovrebbe proseguire con un +1,3% nel 2024 e nel 2025.

È questa la sintesi del rapporto dell’Irpet, l’Istituto per la Programmazione Economica della Toscana, che è stato presentato questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Dai dati Irpet emerge una solida tenuta, nonostante la stretta monetaria, l’inflazione, le incertezze alimentate dal conflitto russo-ucraino, tra cui la crisi dei costi energetici.

L’occupazione mostra segnali incoraggianti e nel corso del 2023 dovrebbe diminuire anche l’inflazione, il cui picco sembra ormai alle spalle. Tuttavia la ripresa necessita di un consolidamento: sia perché i costi della recessione pandemica non si sono ancora del tutto rimarginati, sia perchè il rientro dell’inflazione è lento.
A trainare la crescita toscana dello scorso anno sono stati i flussi turistici in aumento. Per sostenere la dinamica espansiva, sarà centrale continuare a cogliere a pieno le opportunità di investimento del Pnrr e dei fondi europei.

Aumenta l’occupazione stabile, l’inflazione rallenta

I dati del mercato sono positivi. Sono stati 89mila gli addetti in più rispetto al 2019, ben oltre la metà occupazione stabile con 54mila conversioni da contratti a termine in indeterminato, l’incremento più alto negli ultimi tredici anni. Il saldo è positivo anche nel primo trimestre 2023, in cui gli avviamenti al lavoro hanno superato le cessazioni di 52mila unità, registrando valori superiori agli stessi periodi del 2021, del 2022 e persino del prepandemico 2019. L’aumento riguarda tutti i settori, eccetto il comparto del credito e assicurativo-finanziario.

Il tasso di disoccupazione quest’anno dovrebbe ridursi di un ulteriore 0,1% per attestarsi al 6,0%.

Sui consumi delle famiglie, ha pesato l’inflazione che appare rallentare negli ultimi mesi. Il 2022 ha toccato l’8,1% su base annua. Sono cresciuti soprattutto i prezzi dei beni (+11,9%), molto meno i servizi (+3%). Tra i primi la dinamica più accentuata è stata quella dei beni energetici (elettricità, gas e carburanti) con un aumento medio del 50,9%. Per il 2023 si stima un’inflazione sopra il 5%.

Tra gli aspetti più critici il rapporto Irpet segnala la flessione della produzione industriale (-1,9%), iniziata a fine anno e accentuatasi nel primo trimestre 2023, anche a causa dell’indebolimento dei consumi e del commercio internazionale.

A frenare la crescita è anche la difficoltà di reperire personale. Secondo gli esiti di un questionario sottoposto nelle scorse settimane da Irpet a un campione di imprese manifatturiere e turistiche della Toscana, il 96% di quelle con posti vacanti dichiara di non riuscire a coprire agevolmente i fabbisogni, prevalentemente per mancanza di candidati (48%) e in via minore per qualità della domanda (21%) o dell’offerta di lavoro (31%).

L’impatto del Pnrr

Gli investimenti realizzati grazie al Pnrr produrranno un innalzamento dello 0,8% del Pil regionale e dell’1% dell’occupazione in media annua rispetto ad uno scenario senza Pnrr.

Al 1° giugno 2023, èmarksono 7.976 i progetti Pnrr in attuazione, pari a poco meno di 7,4 miliardi di euro. La quota maggiore di risorse, il 30%, riguarda la Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica)[/mark], seguita dalla Missione 4 (Istruzione e ricerca), con il 20% delle risorse complessive, e la Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo), che assorbe il 15%. Il 64% è destinato ad investimenti in opere pubbliche, mentre il restante 36% si suddivide fra spesa corrente per beni e servizi e incentivi a imprese o contributi. È la Pubblica Amministrazione, in particolare i Comuni, la principale beneficiaria dei progetti ammessi a finanziamento con il 65% del totale, il 12% è la dotazione di risorse per le imprese. Il restante 23% sono risorse collegate a progetti che fanno capo a società partecipate, concessionari di reti e infrastrutture, consorzi e fondazioni.

La distribuzione territoriale delle risorse riflette peso demografico ed economico dei territori: la Toscana centrale riceve il 72% delle risorse, la Toscana della costa il 19%, le aree interne il 4%, il 5% è destinato ai territori del Sud della regione.

Famiglie in difficoltà, diminuiscono i consumi

Sulle dinamiche espansive rischia di incidere anche il peggioramento del clima di fiducia delle famiglie. In base a un’indagine realizzata a inizio giugno, 16 nuclei su 100 si percepiscono poveri, erano 14 l’anno precedente. Ogni 100 nuclei, in 60 dichiarano di arrivare con difficoltà a fine mese: 2 in più di quante non lo dichiarassero nel corso del 2022.

L’indagine segnala inoltre una rinuncia al consumo di alcune tipologie di beni: il 53% delle famiglie ha fatto fronte all’aumento delle bollette contraendo i consumi, il 37% evita gite e viaggi, il 35% ha rinunciato a spese per mobili e articoli per la casa e il 33% a quelle per ristorazione e tempo libero.

Il report di Irpet infine contiene un focus sulle ripercussioni del Decreto Lavoro, che ha riformato il reddito di cittadinanza introducendo due distinte misure (l’Assegno di inclusione e lo Strumento di formazione e lavoro). Secondo Irpet, la riforma porterà in Toscana una riduzione della platea dei beneficiari pari a 12mila nuclei (-24%) e 37mila individui (-36%).

 

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