Si chiama “Space It Up!” il progetto a cui parteciperà l’Università di Firenze guidando la prima campagna di catalogazione nazionale delle meteoriti italiane: classificherà oltre duemila campioni di materiale extraterrestre conservati in musei e istituti di ricerca italiani.
Le schede catalografiche confluiranno nel Catalogo generale dei beni culturali italiani, il database ufficiale gestito dal Mic, e saranno visibili e liberamente consultabili online, nonché fruibili internazionalmente grazie a una struttura dati compatibile con le banche dati delle istituzioni estere.
La campagna ha preso inizio in questi giorni e utilizza la normativa Bnpl (Beni naturalistici – Planetologia), uno strumento catalografico dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione sviluppato da un gruppo di lavoro interministeriale e oggi adottato dal ministero della Cultura come standard nazionale per la catalogazione di materiali extraterrestri.
Oltre a dati scientifici e di natura storica e collezionistica saranno acquisite immagini ad alta definizione e realizzati modelli tridimensionali ottenuti con tomografia a raggi X e scansione a luce strutturata.
Queste informazioni consentiranno di realizzare le schede catalografiche più avanzate oggi esistenti per questa tipologia di beni.
La campagna prevede anche la realizzazione di un corredo fotografico e digitale di livello internazionale.
La catalogazione “è una novità assoluta per il nostro Paese – spiega Giovanni Pratesi, coordinatore scientifico della campagna e delegato Unifi per Space it Up! -. Si tratta di un progetto che coinvolge università, enti di ricerca e ministeri, con l’obiettivo di censire in modo sistematico un patrimonio finora sfuggito ai precedenti tentativi di catalogazione. L’iniziativa mira a colmare una significativa lacuna nella conoscenza del patrimonio geo-scientifico italiano, rendendo finalmente disponibile un quadro chiaro della consistenza e delle caratteristiche del materiale extraterrestre presente nel nostro Paese”: “Non è solo un’operazione di censimento ma un passo decisivo per la valorizzazione del patrimonio meteoritico italiano”.