OPINIONE/

Sul bambino aggredito nessun processo in piazza, è il momento di approfondire

E’ il compito delle istituzioni aiutare la vittima a trovare serenità e far capire alle ragazze la gravità del loro gesto. Se è accaduto qui, può capitare ovunque. Fiaccolata nel Giorno della Memoria

Giorno della memoria

Da quando un padre mi ha chiamato per informarmi sulla gravissima aggressione subita dal figlio dodicenne perché ebreo, io stessa, la mia comunità, e non  solo, ci stiamo interrogando – oltre che a stringerci solidali attorno a questo bambino che per tutta la vita porterà il segno di questo giorno – su come possiamo e dobbiamo rafforzare l’azione culturale e la forza della nostra rete di istituzioni per far sì che questo non accada più.

Sono una  Sindaca, ma prima ancora sono una persona, una donna e anche una mamma. Vivo sulla mia pelle talvolta il senso di inadeguatezza, il senso di colpa, la frustrazione e la paura soprattutto per mia figlia. Vedo quanto sia difficile la nostra società e quanto sia complicato e delicato crescere un figlio/a, guidarlo/a nella sua crescita.

Stigmatizzare, ma anche approfondire per non banalizzare, ma continuare a avanzare nel solco del senso civico e del rispetto

Ma non ci sono alibi. Non ci sono scuse. Non ci sono giustificazioni possibili.

Un ragazzino aggredito, picchiato, offeso, umiliato per il suo credo religioso. Apostrofato, deriso e assalito dagli sputi di due quasi adolescenti. Mi dispiace per la crudezza della descrizione, ma niente di paragonabile rispetto a quello che quel ragazzino si porterà dentro per sempre.

Inammissibile. Gravissimo. Sconcertante. Inimmaginabile.

Quanto accaduto deve interrogare le istituzioni, ma anche le famiglie, ed i cittadini tutti, sugli strumenti che si utilizzano, sui messaggi che si veicolano, sui progetti educativi che si fanno. E nelle nostre scuole quei progetti sono tanti e di valore. Episodi come questo lasciano tanto scoramento e tanta amarezza, ma allo stesso tempo la necessità di impegnarsi di più su questi temi che fondano una società civile.

Un impegno, quello di questa Amministrazione, a stigmatizzare, ma anche approfondire per non banalizzare, ma continuare a avanzare, ogni giorno un pezzettino di più, nel solco del senso civico, del rispetto, della democrazia, della libertà.

Non abbiamo bisogno di fare processi in piazza ma di approfondire, crescere insieme, perché se è avvenuto da noi può accadere ovunque

Ritengo che la nostra comunità abbia gli anticorpi necessari per fare in modo che dopo questo fatto doloroso si possa costruire un percorso in cui le famiglie, quella del bambino offeso e quelle delle ragazze autrici dell’aggressione, vengano aiutate nel riacquistare la serenità colpita duramente e per le ragazze la consapevolezza della gravità di ciò che hanno fatto.

Non abbiamo bisogno di fare processi in piazza ma di approfondire, crescere insieme, perché se quello che è avvenuto, è avvenuto da noi, che da sempre investiamo su una rete istituzionale che sensibilizza, educa, informa e cerca di dare esempio positivi, può accadere ovunque. e l’eventuale diffondersi della violenza va bloccato con fermezza. Metteremo a disposizione i nostri servizi e la nostra rete di protezione delle istituzioni per cominciare da subito il potenziamento del nostro lavoro.

Il 27 gennaio, come sempre, ci sarà una iniziativa organizzata dal cComune e dalla scuola insieme per la Giornata della Memoria dedicata agli studenti. La sera alle 21 la fiaccolata a Venturina Terme con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessora regionale Alessandra Nardini, la dirigente scolastica dell’ Istituto Comprensivo “G. Marconi” Campiglia M.Ma-Suvereto Maria Elena Frongillo, il Presidente della Comunità Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri.

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