Cultura/

“San Giovanni, La Porta per il Paradiso”, il documentario di Tommaso Santi sul Battistero di Firenze

Il film, che racconta il percorso che ha portato l’edificio sacro a nuova vita, è stato presentato in anteprima, al cinema La Compagnia di Firenze

SAN GIOVANNI, La Porta per il Paradiso

Un viaggio alla conoscenza dei lavori di restauro del Battistero di Firenze, tra colori, tessere dei mosaici, intonaci, analisi accurate delle più avanzate tecniche conservative delle opere artistiche e architettoniche. C’è tutto questo nel documentario del regista toscano Tommaso Santi, SAN GIOVANNI, La Porta per il Paradiso, prodotto dall’Opera di Santa Maria del Fiore in collaborazione con Kove. Un film che racconta l’origine di un luogo sacro, dalla bellezza che lascia a bocca aperta, dall’alto valore spirituale, artistico e civile. L’edificio, consacrato nel 1059 e intitolato a San Giovanni Battista, fa parte del più ampio complesso del Duomo di Firenze che include anche la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la Cupola del Brunelleschi e gli scavi di Santa Reparata, il Campanile di Giotto e il Museo dell’Opera del Duomo. Il filmato, presentato in anteprima assoluta il 21 febbraio, al Cinema La Compagnia a Firenze, testimonia il lavoro di restauratori, storici dell’arte, storici dell’architettura, archivisti, e accompagna gli spettatori in un racconto di operosità che diventa simbolicamente epico, in quanto restituisce al mondo intero la bellezza del Battistero di San Giovanni, patrimonio di Firenze e dell’Umanità.

I lavori per far tornare il sacro edificio alla sua originale bellezza, sono iniziati nel febbraio 2014, prima intervenendo sulle facciate esterne e il manto di copertura, poi sulla struttura dell’edificio e sulle pareti interne in marmo con decorazione a mosaico e infine, da gennaio 2023, sugli oltre mille metri quadri di mosaici duecenteschi policromi della volta interna. Il documentario prosegue alla scoperta del mistero dell’origine del Battistero di San Giovanni, il monumento più antico della città. Gli studiosi ancora oggi si dividono tra chi ipotizza che si tratti di una trasformazione medievale di un tempio romano dedicato a Marte oppure di un edificio monumentale risalente ai primi secoli del cristianesimo o all’epoca longobarda.

“Se straordinaria, per preziosità e armonia, è la sua architettura” scrivono in una nota dal Museo dell’Opera del Duomo – “eccezionale è anche la decorazione che lo ha arricchito dal Medioevo al Rinascimento. Tanta magnificenza fu possibile grazie allo sforzo congiunto della Chiesa e dell’Arte di Calimala, la più potente fra le corporazioni professionali che formavano il tessuto politico e sociale della Repubblica fiorentina. Agli inizi del XII secolo il rivestimento delle pareti dell’ottagono era già compiuto e l’architettura interna era scandita dalle colonne di granito addossate alle pareti, coronate da capitelli in parte provenienti da edifici del tempo di Roma antica. Nello stesso periodo veniva realizzato il pavimento di marmi intarsiati, concepito come assieme di sontuosi tappeti dai decori variati, al cui centro sorgeva il perduto fonte battesimale, una grande vasca ottagonale marmorea citata dallo stesso Dante quando, esule, ricorda “il bel San Giovanni”. Nel secolo successivo, tra il 1240 e il primo decennio del Trecento, gli otto spicchi della grande cupola furono rivestiti interamente da tessere musive in vetro, composte a rappresentare il Giudizio Finale e con cicli di storie della Genesi, di Giuseppe Ebreo, del Battista e di Cristo. Oltre  mille mq di mosaico, abbagliante per l’oro dei fondi e per la vivida policromia dei soggetti raffigurati, ai quali lavorarono tre generazioni di artisti e lo stesso Cimabue, maestro di Giotto”.

Tommaso Santi, sceneggiatore e regista toscano pluripremiato, non è nuovo nella realizzazione di film dedicati ai luoghi sacri. Con il documentario Restaurare il Cielo – La storia del Basilica della Natività di Betlemme, aveva infatti ha vinto il Globo d’Oro della Stampa Estera in Italia, Premio della Giuria nel 2017. Tra le sue opere, il cortometraggio KRENK (2018), con cui ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura al 75° Festival di Venezia – Sezione Migrart; Lontano da qui, (2020), dedicato al tema della violenza di genere, vincitore del premio “Gilda” al “Festival Internazionale Cinema e Donne di Firenze”; Al massimo ribasso (2016), presentato al 35° Torino Film Festival e Once Were Humans, coproduzione internazionale Italo-Slovena (2022). Nel 2006 ha vinto il Premio Solinas – I colori del genere con Dall’altra parte del mare; nel 2019 ha vinto il Premio Solinas Italia- Spagna con La casa del tango. Ha scritto quattro romanzi per bambini, pubblicati da Piemme nella collana II Battello a Vapore: Mistero al campo estivo, Wonderlucy, KRENK, il mio compagno di banco e Papà, Zanetti ed altri supereroi.

 

Topics:

I più popolari su intoscana