Cultura/

Teatro in streaming per un ponte tra il carcere e la città

Al Florida lo spettacolo “One man jail”, primo in Italia a utilizzare le risorse digitali: i giovani detenuti del Meucci di Firenze materializzati in scena in tempo reale

Interazioni Elementari

Rompere le barriere, seppur virtualmente, per avvicinare i carcerati al mondo fuori. Materializzando sul palco i giovani attori detenuti nell’istituto penale per i minorenni Meucci. E’ la sfida ambiziosa dello spettacolo “One Man Jail: le prigioni della mente”. Parte da Firenze l’unico show in Italia ad utilizzare lo streaming per un progetto “altenativo” di teatro in carcere. La prima assoluta è in cartellone sabato 25 gennaio con replica domenica 26 gennaio 2022, alle ore 21, al Teatro Cantiere Florida.

Lo spettacolo si inserisce all’interno del progetto “Streaming: un ponte tra carcere e città”, percorso di educazione ai mestieri dello spettacolo e della performance tramite l’utilizzo di tecnologie digitali: si propone di mettere in contatto i giovani detenuti con la comunità esterna e al tempo stesso offrire una formazione lavorativa per il dopo. Per questo è finanziato dal bando “Giovani al centro” e rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia degli under 40.

Interazioni Elementari

La produzione dello spettacolo è affidata alla Compagnia Interazioni Elementari, il regista è Claudio Suzzi che lavora nell’ambito del carcere dal 2002. Dopo un’esperienza condotta a Parigi, nel 2017 ha lanciato Interazioni Elementari, che vede la fusione di arti teatrali e performative giocando sul rapporto tra ricerca artistica e società. Organizza il Festival Spiragli– Teatri dietro le quinte, nell’ambito del programma dell’Estate Fiorentina. Interazioni Elementari tiene laboratori teatrali all’interno del Meucci.“One Man Jail: le prigioni della mente“ è una delle tappe fondamentali di questa attività.

Uno degli obiettivi è quello di lavorare perché i ragazzi possono essere scritturati come attori venendo pagati per questa attività” sottolinea il regista Claudio Suzzi, fondatore di Interazioni Elementari e ideatore di Streaming theather. Il regista si augura che lo spettacolo “One Man Jail: le prigioni della mente” possa girare il più possibile nei teatri della Regione Toscana e del circuito nazionale sfruttando le potenzialità offerte dalla tecnologia. “In un processo di incontro tra il carcere e le città, vogliamo coinvolgere un pubblico più ampio puntando, grazie al teatro che così diventa un’agorà, ad un maggiore sviluppo della cittadinanza attiva e alla partecipazione delle comunità locali, in modo da creare una maggiore inclusione sociale” sottolinea.

Il regista Claudio Suzzi

Attraverso l’uso dello streaming – continua Suzzicon lo spettacolo “One Man Jail: le prigioni della mente” proviamo a capovolgere le prospettive. Per cominciare le modalità di fruizione del teatro in carcere: con il collegamento live rendiamo la possibilità di incontro tra città e carcere molto più semplice e replicabile. Si punta poi a trasformare un’attività educativa, il teatro, in una possibilità di lavoro vera e propria. Altro ribaltamento è quello relativo alla trama dello spettacolo: il teatro diventa un carcere, il pubblico si trasforma in un gruppo di detenuti, mentre la prigione, da cui realmente trasmettiamo, simboleggia la mente del protagonista”.

La storia portata in scena è quella di Frank Petroletti – interpretato dall’attore Filippo Frittelli– comico che, all’apice del successo, viene arrestato e incarcerato. Dietro le sbarre, di fronte a un pubblico di detenuti ostili e disinteressati, si prepara alla sua ultima performance. “Entreremo nella mente di questo personaggio e scopriremo che un po’ tutti noi siamo prigionieri della nostra mente, dei nostri personaggi, dei nostri dubbi – conclude SuzziLa domanda è: solo i carcerati sono prigionieri o tutti siamo prigionieri di noi stessi? Riusciremo a liberarci da noi stessi? Ognuno di noi ha un lato oscuro da curare“.

L’obiettivo finale è di continuare questo percorso anche dopo il ritorno in libertà dei protagonisti: “Al momento è impossibile per mancanza di uno spazio dedicato, una sede a Firenze, senza la quale la Compagnia Interazioni Elementari non potrà continuare a lungo il suo lavoro. Abbiamo bisogno di un luogo dove far mettere radici al progetto e alla Compagnia, e per questo confidiamo nella sensibilità, nell’ascolto e nel sostegno delle autorità locali toscane e fiorentine”.

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