Il Museo de’ Medici di Firenze, ospitato dal 2023 nella celebre Rotonda Brunelleschi, amplia il proprio percorso di visita con l’apertura di nuovi ambienti dell’antico Monastero di Santa Maria degli Angeli: una svolta resa possibile grazie alla sinergia con l’ANMIG di Firenze, proprietaria del complesso.
Un luogo identitario per Firenze e i Medici
Il complesso di Santa Maria degli Angeli non è solo un gioiello architettonico, ma anche un luogo strettamente intrecciato alla storia della dinastia medicea: qui studiarono Cosimo il Vecchio, suo figlio Piero, Lorenzo il Magnifico e il futuro papa Leone X, rendendo il monastero uno dei principali centri umanistici della Firenze quattrocentesca.
L’apertura di questi ambienti – il Chiostro degli Angeli, la Cappella Ticci, il refettorio con l’Ultima cena del Ghirlandaio e l’ex chiesa monastica – li restituirà alla fruizione quotidiana del pubblico come parte integrante del percorso di visita del Museo de’ Medici.
“Con questa inaugurazione – sottolinea il direttore del Museo, Samuele Lastrucci – apriamo un nuovo capitolo nella storia del Museo de’ Medici. Non solo custodiamo la memoria della famiglia che ha reso Firenze capitale del Rinascimento, ma restituiamo alla città spazi monumentali da vivere, arricchendoli di mostre e iniziative che creano un ponte tra passato e contemporaneità.”
Oggi si terrà l’inaugurazione ufficiale del nuovo percorso museale e nell’occasione saranno presentati anche i lavori di ripulitura delle superfici lapidee esterne della Rotonda Brunelleschi, da anni compromesse da atti vandalici e riportate al loro splendore grazie al finanziamento dell’ANMIG di Firenze e all’intervento degli Angeli del Bello con i Custodi del Bello, in collaborazione con la Soprintendenza.

La mostra “Nativity” nel Monastero degli Angeli
In occasione dell’apertura delle nuove sale museali nel Monastero degli Angeli è stata allestita la mostra d’arte itinerante “Nativity” con le opere dell’artista Giovanna Dejua e un’opera del Ghirlandaio, che sarà inaugurata oggi e resterà aperta fino al 6 gennaio 2026.
“Nativity”, curata da Davide Vincent Mambriani, realizza una continuità filologica tra l’arte del Quattrocento, del Cinquecento, del Seicento e del Settecento con le opere di Dejua realizzate nel Novecento e facenti parte del suo “Nuovo Progetto Astratto”. Al Museo de’ Medici di Firenze le opere della Dejua vicino sono affiancate alla “Ultima cena” del Ghirlandaio.
“L’accostamento delle due “Natività” di Giovanna Dejua con la “Ultima Cena” di Ridolfo del Ghirlandaio, opera collocata nell’attiguo Monastero degli Angeli, rappresenta una scelta espositiva particolarmente congeniale – spiega Lastrucci – qui non si tratta soltanto di un dialogo tra linguaggi figurativi di epoche diverse, ma anche tra i diversi momenti della vita di Cristo: l’inizio e la fine, l’Incarnazione e il Sacrificio. È come se, già nella scena della nascita, si intravedesse in filigrana il presagio della Passione, in un intreccio di alpha e omega che percorre tutta la storia della salvezza.”