Rilanciare l’importanza del settore vivaistico di Pistoia come eccellenza del made in Italy, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. È questo l’obiettivo della visita della vicepresidente e assessora all’agricoltura della Regione Toscana questa mattina al Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia, su invito dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI).
Vivaismo: un settore strategico in crescita
Con oltre un terzo della produzione nazionale concentrata in Toscana e con Pistoia come cuore storico e produttivo, il vivaismo è oggi un vero e proprio prodotto identitario dell’Italia, al pari del vino e dell’olio. Il distretto pistoiese rappresenta un modello virtuoso a livello internazionale, grazie a qualità, innovazione e sostenibilità: processi produttivi attenti all’ambiente, ricerca costante e una cultura del verde che rendono il territorio un punto di riferimento globale. I numeri lo confermano: fatturato e occupazione sono in crescita, segno di un settore dinamico e con grandi prospettive.
Accanto alle opportunità, restano però sfide decisive: l’aumento dei costi di produzione, la concorrenza sleale e un contesto economico complesso impongono un sostegno concreto e sinergico da parte delle istituzioni. Perché il vivaismo possa esprimere appieno le proprie potenzialità, deve essere riconosciuto e sostenuto come motore economico e sociale, capace di generare valore, occupazione e identità culturale. Centrale sarà il racconto dei valori che il comparto esprime, per rafforzarne l’immagine e la consapevolezza a livello nazionale e internazionale.
“Il vivaismo non è solo una produzione agricola, ma un patrimonio che parla di identità, paesaggio, cultura e sostenibilità – sottolinea il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Vannino Vannucci – con l’assemblea di luglio abbiamo tracciato una strada chiara: rafforzare il ruolo strategico del settore, sia economico che sociale. Negli ultimi decenni il vivaismo ha vissuto una profonda trasformazione, spinta da urbanizzazione, innovazione e sostenibilità. Non è più soltanto estetica, ma vivaismo funzionale: le piante sono oggi risorsa ecologica e sociale, capaci di contrastare il cambiamento climatico, migliorare l’aria e la qualità della vita. È un cambio di paradigma che ci chiama ad agire in sinergia con enti e istituzioni su innovazione, formazione, cultura e comunicazione, per consolidare la leadership internazionale del nostro comparto e far conoscere in Italia e nel mondo l’eccellenza del nostro lavoro.”
Verso un accordo Regione-Distretto di Pistoia e Vivaisti Italiani
La vicepresidente e assessora all’agricoltura della Regione Toscana ha sottolineato il valore e le potenzialità strategiche del settore per lo sviluppo della Toscana e ha detto che la Regione sostiene con convinzione questo comparto e vuole continuare a farlo, investendo in innovazione, sperimentazione, internazionalizzazione, promozione e comunicazione, affiancando un lavoro virtuoso che le aziende hanno già portato avanti con passi straordinari su questo fronte. La vicepresidente ha proposto l’avvio di un percorso che porti alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la Presidenza della Regione Toscana, il Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia e l’Associazione Vivaisti Italiani. Un accordo che potrà aprire la strada a una collaborazione stabile e strutturata, in grado di valorizzare il settore in una prospettiva ampia e trasversale.
“La produzione del Distretto Pistoiese rappresenta indubbiamente un comparto strategico – aggiunge il presidente del Distretto Vivaistico Pistoiese Francesco Ferrini Ferrini – non solo per l’economia, ma per la qualità della vita nelle città per i noti benefici prodotti dal verde. Perché questi benefici diventino patrimonio collettivo, è tuttavia fondamentale che enti e istituzioni sviluppino una cultura del prodotto vivaistico, favorendo innovazione, ricerca e sostenibilità, accompagnate da una nuova consapevolezza nell’utilizzo delle piante, affinché il vivaismo si confermi motore ecologico, sociale ed economico per l’Italia e per i paesi in cui la produzione pistoiese viene esportata”.