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Leandro Casapieri: “Vincere l’Europeo a Viareggio è stata un’emozione unica”

Il portiere della Nazionale di beach soccer, premiato come miglior estremo difensore del torneo, racconta la gioia del trionfo europeo, le sue origini viareggine e la sfida di coniugare sport e lavoro

A settembre scorso, la Nazionale italiana di beach soccer ha conquistato a Viareggio il quarto titolo europeo della sua storia, il secondo consecutivo. Tra i protagonisti della cavalcata azzurra c’è stato Leandro Casapieri, portiere viareggino premiato come miglior estremo difensore del torneo. Con lui abbiamo ripercorso le emozioni della vittoria e le tappe di un percorso sportivo che unisce passione, sacrificio e orgoglio toscano.

Partiamo dalla vittoria di Viareggio. Che emozione è stata riconfermarsi contro la Spagna e per di più in casa?
L’emozione di averlo vinto a Viareggio, la mia città, è stata sicuramente diversa e molto più forte rispetto all’Europeo che avevo conquistato nel 2023. Vedere sugli spalti amici, parenti, persone che conosci da una vita, è stato speciale. Non è stata una passeggiata: siamo arrivati con qualche problema di infortuni e defezioni, ma il gruppo ha dimostrato ancora una volta la sua forza. Lavoriamo insieme da quattro anni ed è stata la conferma di un collettivo che ci crede davvero.

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E poi per te è arrivato anche il premio come miglior portiere del torneo. Che valore ha questo riconoscimento?
Sono premi che fanno piacere, inutile nasconderlo. Non punto mai a vincere riconoscimenti individuali però restano ricordi che ti segnano il percorso sportivo. È stata un’emozione in più dentro un Europeo già speciale.

Come sei arrivato al beach soccer dopo tanti anni di calcio?
Ho giocato fino a 26 anni a calcio, tra Serie C e Serie D. Poi mi sono fermato e ho intrapreso un percorso lavorativo. A Viareggio c’è una cultura radicata degli sport da spiaggia: tornei storici come quello dedicato a Matteo Valenti ti avvicinano fin da bambino. Così, quando ho smesso col calcio, mi sono buttato nel beach soccer. È uno sport che richiede meno tempo durante l’anno ma ti regala emozioni fortissime.

In Nazionale siete tanti toscani, un vero zoccolo duro.
Sì, da anni la Nazionale ha sempre avuto cinque o sei giocatori viareggini. La Toscana è un punto di riferimento per il beach soccer e questo rende tutto ancora più bello.

Com’è riuscire a conciliare lavoro e sport?
Non è facile. Con un lavoro “normale” è quasi impossibile ottenere ferie e permessi per seguire tutti gli impegni. Io ho aperto una partita IVA, lavoro come rappresentante nel settore delle tabaccherie, e questo mi permette di gestire i tempi. È un equilibrio complicato, ma ci credo.

Che differenze trovi tra il ruolo di portiere nel calcio e quello nel beach soccer?
È completamente diverso. Qui sei sempre coinvolto, devi avere attenzione e prontezza altissima per tutti i tre tempi da 12 minuti effettivi. È molto dinamico, fisicamente tosto, ma anche divertente. Dopo le delusioni nel calcio, il beach mi ha fatto ritrovare passione, mi ha fatto viaggiare e vivere esperienze uniche.

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E nel breve periodo quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Adesso inizia la Kings League, mentre la stagione del beach soccer ripartirà più avanti. L’anno scorso siamo partiti a marzo per prepararci al Mondiale, quest’anno senza quella scadenza ci sarà qualche raduno della Nazionale ma il campionato vero e proprio ricomincerà a maggio e finirà ad agosto. Io gioco con il Pisa Beach Soccer: di solito sono tre mesi molto intensi, praticamente di fuoco, ma poi la stagione finisce presto. Con la Nazionale invece gli impegni si allungano fino a settembre o ottobre, a seconda delle competizioni.

Guardando avanti: quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Il sogno è vincere il Mondiale. Ho già giocato due edizioni: in una abbiamo perso la finale col Brasile, l’anno scorso siamo usciti ai quarti contro il Senegal. Prima di chiudere la mia carriera vorrei provare a portare a casa anche quel titolo.

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