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© Beatrice Mammi

Musica /

oodal: il suono delle vite che si intrecciano tra elettronica e introspezione

Nel nuovo album “Vivere le vite degli altri” la band toscana racconta il confine fragile tra sé e l’altro, tra perdita e rinascita, in un paesaggio sonoro sospeso tra natura ed elettronica

C’è un silenzio che parla, tra le montagne dove gli oodal hanno trovato la loro nuova voce. “Vivere le vite degli altri” nasce lì, dove la natura si confonde con il suono e l’identità si frantuma per poi ricomporsi in forme nuove.

È un viaggio fatto di deviazioni, di assenze e ritorni, dove ogni nota diventa un modo per riconoscersi dopo essersi perduti.

Nel ritiro lontani dai rumori del quotidiano, gli oodal hanno trovato lo spazio per ascoltare, prima ancora di suonare.

Le parole di Gaia si sono intrecciate alla materia sonora del gruppo: così gli oodal sono riusciti a raccontare la sottile linea che separa noi dagli altri, e tutto ciò che resta, quando impariamo a lasciar andare.

Ogni brano di Vivere le vite degli altri sembra nascere da un respiro condiviso, da quel silenzio che si riempie di voci, di battiti, di suoni che cercano un centro. I pensieri annotati da Gaia voce e anima del gruppo, si sono trasformati in parole collettive, plasmate insieme a Edo, Fabio e Antonio in un equilibrio di elettronica, post-rock e dream pop.

È una musica che si muove in bilico tra fragilità e solidità, tra la leggerezza dell’aria e la forza della roccia — proprio come l’identità che il disco racconta, mutevole eppure capace di resistere.

Vivere le vite degli altri, uscito il 17 ottobre per Santeria Records (Audioglobe), è stato registrato e mixato a Firenze al Blue Moon Studio, da Samuele Cangi e Tommaso Giuliani. Il master è stato realizzato da Niccolò Caldini presso il Tea Room Mastering.

Gli oodal saranno in concerto a Firenze sabato 25 ottobre al Glue Alternative Concept Space.

oodal – © Beatrice Mammi

Ecco la nostra intervista a Gaia

Ciao Gaia! Il titolo del vostro disco mi incuriosisce molto, mi ricorda anche un film molto bello, com’è nato?

Il titolo è nato pensando al fatto che siamo sempre noi quattro e in questo disco abbiamo messo tanto di noi. Abbiamo scritto tutto durante un ritiro in cui le uniche facce che vedevamo erano le nostre. Per una settimana abbiamo parlato solo tra di noi, è stato un momento molto intenso. Per la prima volta abbiamo scritto delle parole insieme, è stato importante e volevamo celebrare il fatto di essere entrati “nelle vite degli altri” così tanto. C’è anche una linea parallela legata all’identità, il disco parla di questo: di perderla, riprenderla, non capire chi siamo.

Per una settimana abbiamo parlato solo tra di noi, è stato un momento molto intenso. Per la prima volta abbiamo scritto delle parole insieme, è stato importante e volevamo celebrare il fatto di essere entrati “nelle vite degli altri”

Il disco si apre con l’omaggio a Murakami, che cosa vi ha colpito di lui?

Il perdersi e ritrovarsi, il legame col passato, le atmosfere dei libri di Murakami ci ricordavano questo pezzo.

Mi ha colpito il pezzo “Bambina”, tu usi questa parola quasi in un’accezione negativa, nella mia testa tornare bambini è sempre una cosa positiva…

Ora che mi ci fai pensare è particolare questa interpretazione. In quel pezzo c’è un misto di sensazioni, il fatto di essere protetti, guidati da qualcuno è il tema della canzone, qualcosa con cui si lotta, si cerca di accettare, poi si rinnega. Quindi è una cosa non del tutto positiva, con cui si deve fare i conti.

Prima hai detto che in questo disco avete scritto i testi insieme, io sapevo che sei te l’autrice principale…

Si, è ancora così, però è capitato che ne parlassimo insieme. Così sono entrati anche loro nei miei testi, ma dal momento che escono dalla mia bocca l’ultima parola è sempre la mia. Però è vero è stato un atto collettivo.

Per quanto riguarda le musiche come lavorate?

Direi davvero tutti, ognuno ha il suo compito, c’è chi è più bravo a costruire lo scheletro,  c’è chi è più bravo a rifinire. Ma essendo tutti smanettoni, ci mettiamo tutti le mani sui pezzi.

La copertina del disco è bellissima, che cosa rappresenta?

Sono molto contenta che ti sia piaciuta, noi siamo felicissimi di quello che ha fatto Beatrice Mammi che è la nostra grafica di riferimento e non solo, anche fotografa e videomaker. Abbiamo pensato tanto a questo disco come materico, legato alla terra. Beatrice ha modellato l’argilla, l’ha scannerizzata, con varie tecniche ha mischiato analogico e digitale e per me il risultato è incredibile.

Siete in partenza per un bel tour con tante date e sabato 25 ottobre ti esibirai al Glue nelle due band di cui fai parte, gli oodal e i Lo-fi le Fusa. Penso che per te sarà una serata irripetibile!

Mamma mia, sarà una giornata bellissima, ma anche molto stancante, per fortuna dopo abbiamo una settimana di pausa, prima di ripartire! Il Glue per noi è un posto che è casa, ci siamo affezionati. Ci hanno chiesto di portare questi due gruppi insieme e noi abbiamo accettato ben volentieri. La febbre possiamo sempre prenderla dopo.

oodal in Tour

17 ottobre CESENA @lecantinedivillanellcote
18 ottobre BOLOGNA @covoclub prima dei New Candys
25 ottobre FIRENZE @glue_firenze con Le gatte e Lo-fi le Fusa
9 novembre ASTI @diavolorossoat
14 novembre MANTOVA @arcidallo
15 novembre MILANO @cascina_nascosta

oodal, Vivere le vite degli altri

Informazioni sull’evento:

  • Quando25 Ottobre 2025
  • DoveGlue Alternative Concept Space, viale Manfredo Fanti, 20, Firenze (Firenze) Indicazioni
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