L’universo Queer raccontato al cinema: a Firenze la nuova edizione del “Florence Queer Festival”
Parafrasando il noto libro di Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio, Marco Falorni ha realizzato un film che racconta il sentimento di chi mostra in pubblico, con orgoglio, la sua appartenenza al mondo Queer. Il film è stato infatti realizzato a venticinque anni dal primo storico World Pride che ebbe luogo a Roma nel 2000 durante il Giubileo, mettendo in evidenza le battaglie che la comunità LGBTQIA+ ha affrontato fino ad oggi, i cambiamenti che ne sono derivati, le sconfitte e gli obiettivi raggiunti. Ed è proprio Orgoglio e Pregiudizio di Falorni il film d’apertura del Florence Queer Festival 2025, organizzato dall’associazione IREOS e codiretto da Barbara Caponi e Manu Mancuso, manifestazione che da ventitré anni racconta l’universo e le tematiche delle persone LGBTQIA+. Il festival si tiene dal 26 al 30 novembre al cinema La Compagnia, nel cartellone della “50 Giorni di Cinema a Firenze”. La parola chiave è #R/Esistenze: un invito alla consapevolezza politica, alla cura reciproca e alla solidarietà, puntando a ridefinire i confini della libertà, individuale e collettiva. Il festival rappresenta pertanto “un viaggio che spazia dall’attivismo alle narrazioni trans e non binarie, fino ai temi dell’intersessualità, senza rinunciare a momenti di leggerezza e ironia, come l’originale closing in chiave horror queer”, come lo hanno definito gli stessi organizzatori. L’evento di chiusura del festival è invece affidato al film Queens of the Dead, di Tina Romero, figlia del maestro dell’horror George A. Romero, che reinterpreta lo zombie movie cult in chiave queer.
I film in concorso al Florence Queer Festival 2025
Come si consueto, il Florence Queer Festival vedrà una rosa di film in concorso, dove figurano Dreamers, di Joy Gharoro-Akpojotor, storia di Isio, giovane donna nigeriana che in un centro migranti nel Regno Unito sperimenta una nuova un’inattesa intimità con un’altra ospite della struttura, e insieme sognano un nuovo futuro; Really Happy Some Day, film drammatico canadese diretto da J Stevens sulla transizione di Z, attorə e cantante trans*, che si scontra con i profondi cambiamenti fisici legati alla terapia ormonale, che metteranno a dura prova il fisico e le sue esibizioni artistiche; il film messicano The silence of my hands, di Manuel Acuña, che racconta le vicende di due giovani sorde e queer, che insieme cercano di farsi valere in un mondo che le tiene ai margini; dalla Corea del Sud arriva Manok, di Yujin Lee, che sarà presentato alla presenza in sala della regista, commedia visionaria su una donna forte e orgogliosamente lesbica, che si confronta con il provincialismo del suo paese natale; infine Beautiful Evening, Beautiful Day, di Ivona Juka, film croato candidato all’Oscar per il miglior film straniero 2024, racconto inedito sulle violenze subite da un gruppo di di ex partigiani gay nella Jugoslavia omofoba di Tito. Tra i film fuori concorso, da segnalare 3670, di Joonho Park, che vede protagonista Cheol-jun, giovane disertore nordcoreano che entra in contatto con la comunità gay di Seoul.
Nutrita anche la sezione di cortometraggi in concorso, nella quale si segnalano Maximina, di Blu Diego Fasoli, storia di una sex worker di 56 anni irriverente; Bury your gays, di Charlotte Serena Cooper, in cui Grace è un’attrice che interpreta sempre personaggi queer destinati a morire, che cerca di superare questo cliché narrativo; lo spagnolo Lu & Feña, di Lucifer Benedetti, che va ad esplorare la relazione queer, trans e poliamorosa della coppia Lu & Feña; First time in drag, di Pietro Macaione, sulla storia di Rico, persona non binaria, che sogna da tempo di fare drag: un racconto intimo e delicato su cosa significa trovare il coraggio di mostrarsi al mondo per la prima volta; infine Le prime volte, di Giulia Cosentino e Perla Sardella che con materiali d’archivio ricostruisce una storia queer ambientata in un collegio degli anni ’50. Fuori concorso sarà invece presentato Essere Valérie, di Simone Cangelosi, ritratto intimo di Valérie Taccarelli, figura storica della comunità trans e dell’attivismo LGBTQIA+ in Italia.
In programma al festival anche Queer, broke and amazing! di C. A. Griffith e H. L. T. Quan, in anteprima nazionale, documentario politico, sulla resistenza economica delle comunità queer indipendenti; Avant-drag, di Fil Ieropoulos, documentario dai toni ironici sul potere rivoluzionario dell’arte, nel quale dieci artisti drag decostruiscono genere, identità, nazionalismo, transfobia, razzismo e religione; Tre canarini, di Nicola Pignatale, documentario sul “poliamore”, vissuto da tre uomini in Italia, uniti in matrimonio; e ancora Newborn, di Alejandro Zuno, che affronta il tema dell’intersessualità: storia di una giovane coppia messicana dà alla luce il proprio bambino, al quale i medici non riescono a individuare il sesso.
Al festival anche la sezione Queer animation e eventi speciali
Uno degli momenti più attesi al Florence Queeer Festival è la sezione dedicata al cortometraggio animato queer: un viaggio tra punti di vista e le identità LGBTIQIA+ attraverso una prospettiva multiculturale e intersezionale con focus specifico su politica, storie personali, micro-labels e identità marginalizzate, curata da Giacomo Guccinelli e ideata in collaborazione con The Sign Comics & Arts Academy.
Tra gli eventi speciali del festival, da segnalare, mercoledì 26 novembre alle 19.30 inaugura la mostra QUEERIOSITY, un percorso artistico che trasforma spazi e comunità attraverso emozioni e poesia. La mostra, realizzata nell’ambito del progetto ARTE IN AZIONE di La Mosca APS e Associazione Co-Co presso Spazio CO-STANZA con il contributo di Regione Toscana – Giovanisì, sarà visitabile per tutta la durata del festival nel foyer del cinema. Giovedì 27 alle 9.30 si terrà la Matinée per le scuole, in collaborazione con il progamma regionale Lanterne Magiche, intitolata Quando l’amore diventa visibile.
“La ventitreesima edizione del Florence Queer Festival è dedicata agli atti di resilienza, di lotta e di cura che, dal passato al presente, hanno contraddistinto la nostra comunità. A essere protagoniste della rassegna di quest’anno sono persone queer che ogni giorno, tramite piccole forme di resistenza personale o anche grandi azioni che diventano parte della storia collettiva, affermano la propria esistenza, a dispetto di società sempre più ostili” – hanno dichiarato Barbara Caponi e Manu Mancuso, direttrici artistiche del festival -. “Attraverso la cultura si possono veicolare messaggi importanti e il Florence Queer Festival ne è uno degli esempi più concreti – ha detto l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Firenze Benedetta Albanese – Questa rassegna è un appuntamento importante per la città di promozione della cultura LGBTQIA+ e noi siamo orgogliosi di supportare un festival incentrato sulla sensibilizzazione in tema di diritti e sulla valorizzazione delle differenze all’interno della nostra comunità. L’obiettivo è quello di offrire spazi di espressione e confronto per tutte le identità di genere, celebrando così il diritto di ciascuno di essere pienamente e liberamente se stesso”.
“Ancora una volta il Florence Queer Festival porta in primo piano le tematiche, le espressioni artistiche e i focus di approfondimento sulla cultura LGBTQIA+, grazie ad un festival dalla lunga tradizione” – afferma Francesco Palumbo, direttore di Fondazione Sistema Toscana -. “Poter ospitare, all’interno della “50 Giorni di Cinema a Firenze”, il Florence Queer Festival rappresenta pertanto un arricchimento, in termini cinematografici, artistici e sociali che apprezziamo specialmente quest’anno per gli aspetti della cura e della resistenza anche personale ai quali il festival da spazio. La Fondazione Sistema Toscana accoglie con entusiasmo questa nuova edizione, i cui contenuti si coniugano, anche con altre sue attività istituzionali, quali quelle della promozione turistica e territoriale e dell’educazione scolastica, di una Toscana sempre più aperta ed inclusiva, in linea con gli indirizzi della Regione Toscana”.