Ambiente/

Gli uccelli rari nel Parco della Maremma: avvistata per la prima volta la moretta codona e c’è il ritorno del nibbio

L’anatra marina è considerata una specie a rischio mentre del rapace bianco si contano solo 4mila coppie. Gli esemplari stanno attirando appassionati e naturalisti da tutta Italia

Animali rari, che hanno scelto l’area protetta del Parco della Maremma come casa per trascorrere l’inverno. Un evento talmente eccezionale da richiamare appassionati, fotografi e naturalisti da tutta Italia. Si tratta del nibbio bianco e della moretta codona.

Nibbio Bianco-Ph Riccardo Sirna

Due specie molto diverse tra loro, spiega Francesco Pezzo, zoologo e consigliere del Parco. “Il nibbio bianco è un piccolo rapace dal piumaggio chiaro e da caratteristici occhi rossi. Si nutre di piccoli mammiferi e rettili, che caccia nelle campagne ed è tipico delle zone semidesertiche dell’Africa sub-sahariana, ma è presente anche in Spagna, Portogallo e nella Francia meridionale. Non è una specie in pericolo, ma è rara, con una popolazione inferiore alle 4mila coppie”.

Il nibbio bianco non è il tipico uccello migratore, ma “dal 2019 le osservazioni in Italia sono aumentate” e l’esemplare che ora vive a Rispescia “dovrebbe essere la sesta osservazione toscana in assoluto”.

La moretta codona, l’anatra che viene dal profondo nord e che rischia l’estinzione

Molto diversa è la storia della moretta codona, un’anatra marina considerata specie a rischio. “Ha gravissimi problemi di conservazione – spiega Pezzo– ed è classificata come “vulnerabile” dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. La moretta codona è specie artica, che nidifica nel profondo nord, nella tundra russa, e che in inverno migra arrivando alle nostre latitudini in piccolissimi numeri”.

Prima di adesso, non si è mai vista a Bocca d’Ombrone. “Essendo un’anatra tuffatrice, in grado di immergersi per molti metri, potrebbe aver trovato qui dei fondali ideali, per la presenza di molluschi e crostacei, che sono elementi importanti della sua dieta”.

Perché il Parco della Maremma?

I nuovi ospiti del Parco potrebbero aver scelto la Maremma per diverse ragioni. “Sicuramente la Maremma continua a mostra, ancora e nonostante tutto, un alto grado di naturalità”, dice il presidente del Parco della Maremma Simone Rusci. Le aree protette rappresentano infatti per questi animali un luogo sicuro per vivere e riprodursi, lontano dai fattori di disturbo e dai pericoli (come la caccia).

“Insieme alle farfalle – precisa sempre Francesco Pezzo -, gli uccelli sono i migliori organismi indicatori della qualità dell’ambiente e, infatti, sono tra i primi sparire quando gli habitat si degradano e i primi a tornare quando si ricreano le condizioni ambientali idonee. Inoltre, ci dicono molto sul ruolo delle aree protette: negli anni scorsi il nibbio banco aveva soggiornato nel 2020 all’oasi Wwf del lago di Burano e nel 2021 alla Diaccia Botrona. Queste aree sono le uniche che, oltre alla naturalità, garantiscono la pace e la tranquillità di cui queste specie hanno bisogno”.

 

I più popolari su intoscana
intoscana
Privacy Overview

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.