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Messa di Natale a Sollicciano per l’arcivescovo di Firenze: “Un segno di vicinanza”

Monsignor Gherardo Gambelli vuole così portare “un messaggio di speranza a questi nostri fratelli e sorelle”

Arcivescovo Gambelli

L’arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli, celebrerà la messa di Natale il 25 dicembre nella casa circondariale di Solliciano. “Voglio dare – ha spiegato – un segno di vicinanza alle persone che sono in questo luogo, spesso dimenticate: ci sono tante situazioni di sofferenza che noi percepiamo, anche alla luce de suicidi che ci sono stati negli ultimi tempi”.

Nel carcere fiorentino, ha detto l’arcivescovo, “vorrei proprio portare un messaggio di speranza, perché siamo all’interno del Giubileo della speranza, e la vicinanza di tutta la chiesa di Firenze a questi nostri fratelli e sorelle”, perché “non possiamo vivere veramente nella pace senza questa attenzione alle persone che hanno sbagliato: che certamente devono pagare per le loro azioni, ma al tempo stesso hanno bisogno del nostro sostegno per essere rieducate in maniera degna”.

Lotta alla recidiva dei reati

Monsignor Gambelli ha osservato che “le statistiche dicono che la recidiva dei reati è superiore al 75%: se un’istituzione nel nostro mondo fallisce al 75%, ci si chiede se non sia il caso di chiuderla o di ripensarla. Mi meraviglia che davanti a queste statistiche poi nessuno prenda delle decisioni”.

Al contrario, ha annotato l’arcivescovo, “nel carcere di Bollate a Milano, dove è stato aperto un ristorante gestito dai detenuti, la recidiva è scesa sotto il 20%. Questo ci fa capire che è possibile cambiare”.

Cambiare i luoghi di reclusione

Infatti ha concluso Gambelli, “tante volte c’è una pigrizia mentale, anche nel credere che magari certi problemi della sicurezza possano essere risolti semplicemente chiudendo le persone in un luogo di detenzione. Ma ci accorgiamo che questo non funziona: e allora dobbiamo interrogarci su come possiamo cambiare questi luoghi: non basterebbe distruggere questo luogo e poi ricostruirlo uguale identico, la cosa importante è cambiare la nostra mentalità, e capire che se noi dimentichiamo queste persone, è come mettere la polvere sotto il tappeto e quindi disinteressarci della nostra società”.

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