“La Toscana non farà passi indietro: la riforma Calderoli sulla classificazione dei Comuni montani così com’è non può passare. È una proposta miope e ingiusta, che rischia di cancellare l’identità e i diritti dei nostri comuni montani. Siamo di fronte a un provvedimento che di fatto declassa i territori anziché sostenere le loro specificità e vocazioni” così si è espresso il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in merito al provvedimento governativo che porterebbe alla nuova classificazione dei comuni montani.
Un presidio contro lo spopolamento
“La montagna non è un’astrazione statistica, ma un presidio fondamentale contro lo spopolamento e il dissesto idrogeologico. Chiedo al governo un’inversione di rotta immediata su quattro punti fondamentali. Innanzitutto, no ai parametri secchi: servono indici ponderati che fotografino la reale complessità dei territori; priorità all’integrazione di criteri socio-economici accanto a quelli puramente geografici, dal tema dello spopolamento a quello dell’invecchiamento demografico; ma anche maggiore slancio alla tutela e valorizzazione delle Unioni di comuni per non distruggere la gestione dei servizi – ha aggiunto il governatore della Toscana-. Infine, il governo deve decidere se vuole essere alleato dei territori o declassare le aree interne: per questo riteniamo necessario un consistente incremento del Fondo per la montagna e ribadiamo la nostra ferma contrarietà ai tagli mascherati da riforme tecniche”.
“Peraltro – ha concluso Giani – anche a livello comunitario l’orientamento è quello di andare nella direzione di un sostegno alle aree interne. Per questo ci sentiamo di fare una battaglia per la qualità della vita e per un Umanesimo che la Toscana vuole esprimere contrastando lo spopolamento delle aree meno densamente abitate”.