Riportare il Diamante fiorentino in Toscana e riannodare il filo con la sua storia: è questo l’obiettivo dell’iniziativa avviata dalla Regione Toscana che ha aperto un’interlocuzione diretta con Carlo d’Asburgo-Lorena, capo della Casa d’Asburgo e attuale proprietario della leggendaria gemma custodita in Canada. Per la prima volta un’istituzione italiana avvia un confronto dedicato esclusivamente al futuro del diamante.
La pietra preziosa, nota come Florentiner, è stata ritrovata in una cassaforte del Québec ed è considerato uno dei diamanti più grandi al mondo con i suoi 137 carati. La richiesta della Regione si fonda su un articolato lavoro di ricerca svolto in collaborazione con il Museo de’ Medici e l’Archivio di Stato di Firenze. L’analisi dei documenti di successione tra le dinastie Medici e Lorena ha riportato alla luce un passaggio chiave: nell’allegato al Patto di famiglia del 1740, Anna Maria Luisa de’ Medici dispose che il gioiello restasse “unito allo Stato della Toscana”.
“Non è solo una questione morale, ma storica e documentata – ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani –. Nell’allegato del Patto di famiglia del 1740 il Diamante fiorentino è chiaramente indicato tra le gioie unite allo Stato, destinate a rimanere in quella Toscana che ha ancora la conformazione del granducato, a ornamento pubblico e a beneficio dei visitatori. È uno dei lasciti più alti di Anna Maria Luisa de’ Medici, che appartiene alla storia dell’umanità”.
Il dialogo aperto con l’erede
Acquistato grezzo nel 1601 da Ferdinando I e tagliato a Firenze sotto Cosimo II, il diamante scomparve dalla scena pubblica dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando fu custodito dall’imperatrice Zita di Borbone-Parma.
Il confronto avviato con Carlo d’Asburgo-Lorena punta inizialmente all’organizzazione di una mostra evento che consenta di riportare il Fiorentiner in Toscana. L’auspicio espresso dalla Regione è che questa apertura possa trasformarsi in una concessione permanente, in linea con le disposizioni dell’Elettrice Palatina.
A sottolineare il valore identitario dell’operazione anche l’assessora alla cultura Cristina Manetti: “È una storia affascinante e complessa, che sembrava perduta e che oggi torna alla luce. L’Elettrice Palatina volle che questo bene restasse legato alla Toscana e noi intendiamo far valere quella volontà. Per questo abbiamo avviato un primo contatto con l’erede, affinché il diamante possa tornare ad essere ammirato nella sua terra di appartenenza”.
A rafforzare il percorso intrapreso dalla Regione contribuisce anche un recente ritrovamento artistico: un ritratto originale e inedito della Granduchessa Maria Maddalena d’Austria, opera autografa di Orazio Fidani. Il dipinto, presentato dal direttore del Museo de’ Medici Samuele Lastrucci, offre una rappresentazione dettagliata della Granduchessa con il gioiello indossato ed è considerato la fonte iconografica pittorica più accurata finora individuata. “Questo dipinto – ha spiegato Lastrucci – rappresenta l’ultimo ritrovamento iconografico del Fiorentino e uno dei più accurati. È una prova ulteriore della centralità simbolica del gioiello come emblema del potere e della continuità dello Stato toscano”.