Teli biodegradabili per la pacciamatura: questo il risultato del progetto Mulching+ che ha sviluppato un modello innovativo di biotelo, derivato completamente da materie prime biologiche – cellulosa e chitosano – e arricchito di azoto e fosforo.
Una novità per ottenere un duplice beneficio: la totale biodegradazione dei teli nel suolo e l’apporto di nutrienti. I test del progetto hanno dimostrato che i film sono completamente biodegradati in meno di 4 mesi e aumentano la disponibilità di nitrati e fosforo per le piante di oltre il 60%.
Un progetto innovativo per l’agricoltura
I risultati di Mulching+, progetto coordinato dall’Ateneo di Palermo in collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, l’Università di Ferrara, e Crea Aa, è stato presentato all’Accademia dei Georgofili di Firenze che ricorda come “i film in plastica per la pacciamatura sono la causa principale di contaminazione nei suoli agricoli”.
In Europa oggi si consumano oltre 700 tonnellate di plastiche in agricoltura e solo per un terzo vengono riciclate, mentre il resto viene bruciato in campo o disperso nell’ambiente. Al contrario, le bioplastiche non rilasciano sostanze persistenti nell’ambiente, non hanno effetti eco-tossici e biodegradano anche a basse temperature, come ha ricordato Claudio Marzadori, docente dell’Università di Bologna.
“Sono ancora una piccola frazione del consumo globale di plastiche in agricoltura – meno dell’1% – ma si prevede che il loro impiego raddoppierà nei prossimi tre anni” ha detto Sara Guerrini di Novamont, uno dei maggiori attori mondiali delle plastiche biodegradabili col suo prodotto Mater-bi.