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All’ospedale di Livorno il primo intervento di ricostruzione della cavità uterina

L’operazione è stata condotta con tecniche mininvasive su una paziente livornese affetta da una rara malformazione congenita nota come “doppio utero”, che interessa circa una donna su 3mila

Il primario Sergio Abate con la sua equipe operatoria all’ospedale di Livorno

All’ospedale di Livorno è stato eseguito per la prima volta un intervento di ricostruzione della cavità uterina (metroplastica) su una giovane donna livornese affetta da una rara malformazione congenita chiamata utero didelfo e nota come ‘doppio utero’. La patologia interessa circa una donna su 3mila e consiste nello sviluppo di due cavità uterine distinte dovute alla mancata fusione dei dotti durante lo sviluppo fetale, che rendono molto complicato portare avanti una gravidanza.

Il successo dell’operazione con tecniche mininvasive

La prima metroplastica livornese è stata portata a termine con successo dall’équipe di ostetricia e ginecologia diretta dal primario Sergio Abate. È stata condotta utilizzando le tecniche mininvasive come quella isteroscopica e laparoscopica, che hanno permesso la rimozione del tessuto fibroso responsabile della separazione uterina, migliorando così in modo significativo le possibilità di gravidanza e garantendo al contempo un recupero rapido e senza cicatrici addominali.

“La giovane paziente – racconta il direttore di ostetricia e ginecologia, Sergio Abate – è già stata dimessa in buone condizioni di salute. Casi di questo tipo sono rari, ma testimoniano come il reparto livornese possa offrire un’opzione chirurgica avanzata per donne affette da gravi malformazioni uterine, migliorando la loro qualità di vita e le prospettive di maternità. Si tratta di un passo importante per la nostra realtà ospedaliera, che conferma la crescita della nostra struttura e la sua capacità di rispondere a bisogni complessi con metodiche innovative e tecniche di ultima generazione a beneficio delle pazienti. A questo proposito mi piace sottolineare come si tratti di un risultato raggiunto grazie a un lavoro di squadra che ha coinvolto diversi professionisti impegnati dalla fase del sospetto della diagnosi fino alla conferma ecografica e isterosopica per poi concludersi con il trattamento chirurgico e la preparazione e gestione della paziente”.

“Questo traguardo – aggiunge il direttore generale dell’Azienda Usl Toscana nord ovest Maria Letizia Casaniè una nuova testimonianza del livello qualitativo raggiunto dall’offerta sanitaria del reparto e dell’ospedale livornese in generale”. 

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