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Andrea Galanti, dalla bottega di famiglia alle lezioni in Bocconi nel segno del vino

L’imprenditore fiorentino conquistò il titolo del miglior sommelier d’Italia con Ais nel 2015: un traguardo che gli ha aperto nuovi orizzonti

Andrea Galanti

Sono passati dieci anni esatti da quando Andrea Galanti, classe 1984, veniva eletto il miglior sommelier Ais d’Italia. Per il professionista fiorentino il 2015 ha segnato l’anno della svolta sia a livello di vita che soprattutto di carriera. Quella vittoria ha messo le ali al suo percorso lavorativo e rappresentato, in prospettiva, un salto di qualità anche per la storica attività di famiglia in piazza della Libertà a Firenze.

“La vincita dei campionati italiani è stata una soddisfazione doppia. Ha dato ancora più valore a quello che ho fatto, al mio percorso e ha portato a tante altre esperienze: consulenze, manifestazioni, degustazioni, masterclass e perfino lezioni alla Bocconi, dandomi la gioia di raccontare e condividere le mie esperienze” racconta il diretto interessato. Che al compimento dei quarant’anni ha deciso di riportare in azienda.

Un modo per dare sempre maggiore professionalità alla mia attività” sottolinea Galanti. La gastronomia fondata dal nonno Aldo nel 1960 è cresciuta sempre di più con il potenziamento dell’enoteca. Oggi a Firenze si va da Galanti per trovare un vino particolare, magari riservato a un momento speciale con la consapevolezza che si verrà consigliati per il meglio. La carta dei vini dagli anni Settanta a oggi e la presenza di etichette particolare, talvolta anche rare rendono la cantina dell’attività un riferimento prezioso per i wine lovers.

Andrea Galanti miglior sommelier Ais d’Italia nel 2015

Come comunicare il mondo del vino

La scelta di tornare a concentrarsi sull’attività di famiglia per Andrea Galanti è stata una naturale evoluzione di un percorso ricco di soddisfazioni, esperienze e incontri speciali. Dove i risultati, anche quelli all’apparenza più piccoli, hanno un significato. Galanti ama ricordare ad esempio la storia di due suoi clienti che si sono appassionati a tal punto da diventare essi stessi sommelier.

Quando si parla di un vino è fondamentale trovare le parole più semplici e appropriate, toccare i tasti giusti per scatenare magari un desiderio latente -sottolinea-. Il vino è un momento di condivisione, è un piacere della tavola che si vive con altre persone. Il sommelier deve essere un buon comunicatore: è l’ultimo anello tra aziende del territorio, produttori, etichette e consumatori. È sempre più necessaria la presenza di figure di collegamento come questa”.

I campioni della Toscana

Galanti sottolinea come l’Ais in Toscana negli ultimi decenni abbiamo potuto contare su tanti grandi talenti che hanno dato e danno del filo da torcere a molti: “Da Luca Martini, che è stato eletto migliore sommelier del mondo nel 2013 ed è stato mio mentore e i migliori sommelier d’Italia: Andrea Ballerini (2013), Simone Loguercio (2018) e Valentino Tesi (2019). In Toscana sono tanti i bravi professionisti, tanti i ragazzi giovani che si stanno affermando e che divulgano il verbo e tengono alta la bandiera della Toscana”.

Galanti ricorda il ruolo prezioso di Cristiano Cini che lo ha formato per i concorsi e sottolinea come Ais sia una scuola di grandi relatori e maestri. “Spero di essere stato d’esempio anche io. Nono sono mai stato invidioso e quando vedo persone che raggiungono i loro obiettivi questo mi rende felice” ribadisce.

L’impegno all’interno dell’Ais

Dopo la conquista del titolo per Galanti e le tante esperienze fuori casa, il ritorno a Firenze ha visto da parte sua anche un maggiore impegno all’interno dell’Ais, l’associazione che gli ha permesso di costruirsi giorno dopo giorno un futuro lavorativo e professionale.

Fare un percorso da sommelier con obiettivi chiari è un valore aggiunto, a prescindere dai concorsi o meno, dai un valore tecnico e professionale alla formazione. È un percorso che ti può aprire opportunità, permette di coltivare la propria passione e avere un’alternativa lavorativa” conclude Galanti. Insomma una carta da giocarsi per i giovani, sognando un futuro lavorativo nel mondo del vino.

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