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A Firenze riapre la Biblioteca Magliabechiana: lo scrigno degli Uffizi

Grazie alla donazione di Antonio Magliabechi Firenze ebbe la sua prima biblioteca pubblica, nucleo originario dell’attuale Biblioteca Nazionale Centrale

Biblioteca Magliabechiana

Riapre finalmente al pubblico, dopo un anno e mezzo di lavori di adeguamento, uno dei gioielli architettonici di Firenze.

Stiamo parlando della Biblioteca Magliabechiana vero e proprio scrigno di libri relativi all’arte e alla storia dei musei fiorentini e delle Gallerie degli Uffizi.

La biblioteca è chiusa dal 5 febbraio 2021 per un’operazione di consolidamento strutturale e per introdurre una nuova illuminazione ecosostenibile.

Le vecchie lampade sono state sostituite con moderni led a consumo ridotto, posizionati strategicamente su palchetti, scaffali e tavoli. In totale l’operazione è costata circa 250 mila euro.

Il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: “Il restauro della biblioteca Magliabechiana ha un doppio valore, prima di tutto pratico (era fondamentale provvedere al consolidamento delle assi di sostegno del tetto), ma, soprattutto, ricorda l’importanza della ricerca come strumento fondamentale per la tutela delle opere d’arte e come elemento imprescindibile della missione del museo”.

La Biblioteca Magliabechiana sarà gratuitamente accessibile agli studiosi il martedì dalle 9 alle 17, il mercoledì e il giovedì dalle 9 alle 13.

Biblioteca Magliabechiana

La storia della Biblioteca Magliabechiana

La Biblioteca degli Uffizi esiste grazie ad Antonio Magliabechi il cui busto severo campeggia in fondo al Salone.

Antonio Magliabechi (Firenze 1633-1714) è stato erudito, bibliofilo italiano e bibliotecario dei granduchi medicei di Toscana.

Cosimo III gli affidò la custodia della Biblioteca Medicea Palatina, a Palazzo Pitti, mentre per la biblioteca del Cardinal Leopoldo stese un vasto catalogo. Si occupò inoltre della raccolta libraria del principe Ferdinando, formatasi alla fine del Seicento.

Alla sua morte Magliabechi lasciò un’eredità di circa 30.000 volumi: in parte collocati nella sua abitazione in via della Scala, in parte a Palazzo Vecchio.

Grazie a questa donazione Firenze ebbe la sua prima biblioteca pubblica, nucleo originario dell’attuale Biblioteca Nazionale Centrale.

Per sistemare i volumi, gli esecutori testamentari Marmi e Comparini, che furono i primi bibliotecari della raccolta, provvidero a prendere in affitto presso gli Uffizi l’antico teatro degli Istrioni, conosciuto nel Cinquecento come il Teatrino della “Baldracca” dal nome dal malfamato quartiere di osterie e bordelli dove si esibivano gli attori della Commedia dell’Arte.

Per l’allestimento della Biblioteca e la sua preparazione in vista dell’apertura al pubblico, ebbe un ruolo determinante l’intervento del granduca Gian Gastone de’ Medici che si adoprò per istituire a favore della Magliabechiana il diritto di stampa e il deposito legale dei libri da parte di tutti i tipografi di Firenze.

Il primo martedì del 1747 la Biblioteca Magliabechiana fu aperta al pubblico diventando per oltre due secoli ritrovo degli accademici fiorentini e dei più illustri studiosi italiani e stranieri.

A seguito dell’unità d’Italia, nel 1885 la Magliabechiana acquisì il titolo di Biblioteca Nazionale Centrale.

Cinquant’anni dopo, nel 1935 tutti i volumi vennero trasferiti nella nuova sede della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze in piazza Cavalleggeri.

Il 16 dicembre 1998 nel settecentesco salone Magliabechiano prese sede la Biblioteca degli Uffizi.

I tesori della Biblioteca Magliabechiana

La Biblioteca Magliabechiana è una fonte preziosa per la storia della Galleria degli Uffizi e dei Musei fiorentini: possiede Inventari della Tribuna dal 1589 fino al 1890, i carteggi degli artisti, dei Direttori, degli Antiquari, le guide storiche, biografie di artisti, cataloghi di mostre e musei di tutto il mondo, nonché importanti documenti fondamentali per ricostruire la storia e la provenienza dei beni delle collezioni museali.

Possiede un fondo manoscritti con alcuni fondi speciali riferiti a personalità di rilievo in ambito storico artistico.

Il fondo manoscritti comprende 493 pezzi, fra documenti di artisti, cataloghi ed inventari di oggetti d’arte quali dipinti, sculture, gemme, cammei, intagli, medaglie, monete, etc., appartenenti alle famiglie dei Medici e dei Lorena, redatti, prevalentemente, nei secoli XVI-XIX.

Ci sono anche documenti relativi all’attività dei funzionari presenti in Galleria fino agli anni ’70 del XX secolo.

Fra gli archivi di personalità, dei quali la Biblioteca sta predisponendo l’inventario analitico, tra cui: Carteggio Guido Carocci (1851-1916), Carte Onofrio Boni (1739-1818), Carte G. B. Baldelli-Boni (1766-1831)

Il Fondo Carocci con le sue fondamentali notizie sulla Firenze medievale prima del risanamento urbanistico di fine ‘800, è completamente digitalizzato e a portata di mouse.

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